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L'AUTORITÀ DEI TRASPORTI RESTA A PIEDI? - Anche il TPL della Campania attende con ansia la nascita della Agenzia regolatrice del settore

Creato il 25 settembre 2012 da Ciro_pastore

L'AUTORITÀ DEI TRASPORTI RESTA A PIEDI?  -  Anche il TPL della Campania attende con ansia la nascita della Agenzia regolatrice del settore

L'AUTORITÀ DEI TRASPORTI RESTA A PIEDI?

Anche il TPL della Campania attende con ansia la nascita della Agenzia regolatrice del settore

Con i problemi contingenti che attanagliano la nostra vita lavorativa quotidiana, a qualcuno potrebbe sembrare sterile interessarsi di problemi sistemici come la nascita della Authority dei Trasporti. Invece, pur rischiando le vostre (forse) meritate pernacchie, vorrei provare a spiegarvi che è proprio nel bel mezzo di una crisi economica-finanziaria come quella attuale che occorre interessarsi di quanto avviene (o non avviene) ben al di sopra delle nostre piccole testoline. È proprio nella nascente Autorità che si giocherà la partita del nostro futuro prossimo; sarà l’Authority che stabilirà le regole e chi potrà sedere al tavolo da gioco. Liberalizzazioni (e le non necessariamente consequenziali privatizzazioni) non sono concetti filosofici da lasciare agli addetti ai lavori. Si tratta, invece, di partite di cui occorre interessarsi e con cui si dovrà presto fare i conti. Chi come me (e tanti altri) ha ancora davanti più di quindici anni di lavoro, ha il diritto, anzi il dovere, di interessarsi a quali saranno gli equilibri del Trasporto Pubblico Locale.

Come non molti sapranno, infatti, dopo un lungo periodo di gestazione, e dopo una sofferta fase, culminata in una prima designazione dei suoi componenti, l’Autorità dei trasporti è ancora inattiva perché i membri designati dal Governo non hanno ancora ottenuto il gradimento del Parlamento. La causa di tale stallo è da ricercarsi nei veti incrociati espressi dai gruppi maggiori su due dei tre nomi. Anzi, pare proprio che la prima terna (tra cui spiccava il nome di un vecchio boiardo di Stato) sia stata definitivamente bruciata. Si rischia, ora, la paralisi decisionale che potrebbe far saltare un caposaldo della strategia delle liberalizzazioni nel settore trasporti. Settore in sofferenza, non solo per la generale crisi economica ma, soprattutto, che sconta le conseguenze di decenni di lunga anestesia decisionale che lo ha costretto all’attuale crisi strutturale. In questi giorni, circola il nome di Vito Riggio, eterno Presidente ENAC (Ente Aviazione Civile), che da decenni, sotto ogni governo, si muove (con l’agilità di un piccolo Cesna) nell’intricato panorama delle compagnie aeree e degli aeroporti. Uomo “ rotto a tutte le rotte” furbescamente non si candida dichiaratamente, ma non pone preclusioni ad accettare un incarico che non è solo di prestigio ma, anzi, è un utile punto di snodo di qualsiasi politica di liberalizzazione. Gli altri due nomi che circolano, a completamento della triade, sono di lampante derivazione politica. Si tratta, infatti, della ex Presidente della Regione Umbria, Rita Lorenzetti, di comprovata fede dalemiana e, dall’altro versante, troviamo l’attuale Presidente della Commissione Trasporti, Valducci, in quota PDL. Ma perché l’Autorità dei trasporti è così decisiva per definire il quadro regolatore dei servizi pubblici? Innanzitutto, il motivo fondamentale risiede nell’estensione delle competenze ad essa affidate. Infatti, la sua azione regolatrice riguarderà tutte le modalità di trasporto, anche se restano escluse alcune “riserve indiane”, come le concessioni autostradali in essere, a cui va aggiunta la mancata soppressione di altri organismi ridondanti (come lo stesso Enac). Come s’intuisce, lo stallo sull'Autorità dei trasporti è un problema serio per centinaia di aziende e per centinaia di migliaia di lavoratori del settore. Inoltre, questa perdurante incapacità nel proseguire sul percorso di apertura alla concorrenza del settore (finora quasi monopolistico) contraddice nei fatti le dichiarazioni a favore della concorrenza più volte enunciate dal Governo Monti, primo dogma su cui rifondare la rinascita del Paese (vedi Decreto CRESCI ITALIA). A complicare ulteriormente la gestazione dell’Authority, già di per sé complicatissima, il 2 agosto scorso è giunta la decisione di collocare a Roma la sua sede. Decisione che, seppure geograficamente ed istituzionalmente ineccepibile, presenta alcune evidenti criticità (prossimità ai centri di influenza dei concessionari, forte dipendenza iniziale da risorse umane di provenienza ministeriale) e qualche (debole) luce (semplicità e rapidità nel suo funzionamento operativo). In ogni caso, restare a Roma (era stata avanzata la candidatura Napoli) ha il merito di fissare almeno un punto fermo nell’iter attuativo della riforma di un settore che, lentamente ma inesorabilmente, deve abbandonare le logiche protezionistiche e monopolistiche.
 
Sappiamo, infatti, che le liberalizzazioni danno frutti a lungo termine, ma il silenzio assordante della stampa (soprattutto, quella economica) suggerisce il sospetto, forse malizioso, che ampie fette dell’ establishment trasportistico (aziende incombenti, lobbisti istituzionali, fornitori dei quasi-monopsonisti, sindacati e altri) vogliano trasformare la falsa partenza dell’Autorità nella sua sostanziale morte precoce.
Le vittime di una prematura dipartita della Authority sarebbero innanzitutto gli utenti, e poi i lavoratori. Gliutentidei servizi di trasporto rappresentano oggi il lato debole del mercato, avendo pochissima voce in capitolo sulla qualità del servizio. Si pensi al caso per molti versi drammatico del trasporto regionale su ferro, di cui noi tutti siamo a conoscenza. Proprio nell’interesse primario degli utenti (ma anche dei lavoratori) è indispensabile che la nuova Autorità veda rapidamente la luce: meglio se guidata da personalità di elevato prestigio professionale e di sicura indipendenza. E chissà che non torni di nuovo alla ribalta Ennio Cascetta, da qualche tempo nell’orbita Montezemolo (NTV). I problemi sul tavolo sono complessi, anzi complicati, ma vanno risolti subito e bene, individuando regole certe e funzionali che regolino un settore fondamentale per la ripresa economica della nostra regione. In Campania, più che altrove, il comparto mobilità, composto da aziende di trasporto ma anche di produzione di veicoli (IRISBUS e FIREMA in primis) è l’unico settore realmente trainante che potrebbe ridare vitalità (e legalità) ad un territorio che non può restare ostaggio dell’economia malavitosa. Ciro Pastore - Il Signore degli Agnelli Facebook: Ciro Pastore Twitter: @ciropastore62   per chi volesse leggere i miei post "misogini" http://golf-gentlemenonlyladiesforbidden.blogspot.com/

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