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L’autunno caldo dell’Italia

Creato il 19 ottobre 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Forse, sarebbe opportuno tuffare la testa in film, telefilm o fiction televisive, che, perlomeno,  producono illusioni e ci immergono in un mondo fantastico risollevandoci l’animo, visto che ultimamente l’informazione televisiva, dai Tg ai programmi di approfondimento, ci costringe a cozzare energicamente contro una situazione politica che ci coinvolge e sconvolge. Il quadro dell’attuale realtà viene continuamente discussa e sviscerata con dibattiti vari, tutti unificati, dalla comune volontà di rendere noto i fatti.

Parole, parole, parole…un governo dalle mani bucate…crescita economica debole…giovani senza prospettive…disoccupazione…politici, esperti, opinionisti, giornalisti, economisti, studiosi, a confronto a Otto e mezzo e Ballarò, discutono più o meno animatamente, l‘autunno caldo che il Paese dovrà  affrontare, non a parole, ma, con i fatti.

A Otto e mezzo Reguzzoni e Seracchiani, arbitra Lilly Gruber, che parte con la silurante domanda al rappresentante della Lega nord riguardo il candidato ideale indicato da Bossi alla presidenza della Banca D'Italia, Grilli, definito adeguato perchè milanese. Reguzzoni replica che si tratta di una sintesi, che dietro a questa conclusioni vi sono valutazioni più ampie, che peraltro non chiarisce. La Gruber incalza domandando se Bossi fosse serio o scherzasse e poi davanti alle risposte evasive dell'ospite conclude che il fondatore della Lega fosse serio. La conduttrice, incalza, ma, sempre amabilmente, chiedendo spiegazioni sui contrasti tra Bossi, Berlusconi eTremonti, e Serracchiani  asserisce che questa lite  non fa altro che destabilizzare ulteriormente la credibilità che ha l'Italia all'estero.

Alla domanda relativa alle affermazioni del sindaco di Verona, Tosi, che afferma che alcuni deputati della Lega sono stati colti da voltastomaco perchè costretti a votare a favore di determinate mozioni, leggi e quant'altro in Parlamento. La risposta di Bossi non si è fatta aspettare ed è stata, al solito, colorita. Cosa ne pensa Reguzzoni? Il capogruppo afferma che "Bossi ha fatto molto bene, siamo qui per cambiare il paese, la Lega è nata per questo" e non solo, all'interno della Lega si può parlare liberamente,  non vi è censura, ma addirittura troppa libertà. La Serracchiani replica che la Lega confonde i suoi stessi elettori, avendo in qualche modo rinnegato quelli che erano i suoi propositi iniziali, soprattutto quello di volersi porre sul panorama politico come un movimento rivoluzionario che, di fatto, invece, si è adeguato alle regole e i leghisti sono in difficoltà perché non "la Lega, assomiglia più a quello che aveva promesso". E allora le voci si accavallano, i toni si alzano, sui, "non è vero"..."la Lega vuole uno stato più moderno"...seguono accuse al Pd che  non vuole cambiare a nessun costo opponendosi per partito preso ad ogni proposta come il federalismo fiscale, il federalismo comunale e la libertà di impresa. Ed ecco pronta la replica, della Seracchiani, "ma allora, perché non raccontate che non state facendo il decreto sviluppo, o del taglio del credito alle piccole imprese, o della difesa delle quote latte che interessano 109 allevatori o delle intercettazioni, ecco quelllo che state facendo, invece di affrontare temi reali". Reguzzoni interrompe più volte, il dibattito si accende, toccando l'occupazione femminile, le proposte dellìEuropa sul salario minimo garantito e sui concetti di povertà relativa, povertà assoluta e vulnerabilità alla povertà.

A Ballarò, cambiano le facce o le voci, ma gli argomenti restano invariati: le violenze a Roma, la crisi economica, la politica "ostaggio" dei voti della maggioranza, ecc. ecc.  Ancora parole e opinioni che si rincorrono per lo studio, mentre gli italiani, da tempo vivono un forte scollamento, che aumenta la loro preoccupazione. Non vedono risposte nella politica.

Il nostro, è diventato un Paese, che non riesce a vedere la fine del tunnel. La gente è fortemente sfiduciata. Regna una condizione di insicurezza, di disagio collettivo . E ancora il governo si riunisce per parlare, parlare, parlare ed eterno rimandare...

 


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