Eppure non era un bidone.
Edwin van der Sar, anzi, è stato uno dei più forti portieri degli anni Novanta. Col suo fisico longilineo ed i suoi due metri di altezza lasciò imbattuta la porta della Nazionale olandese per 1013 minuti, ed in Premier League, col Manchester United, andò anche oltre.
Ma in Italia tutti lo ricordano come il “portiere scarso” della Juventus. E del resto c’è poco da dire: la dura legge del gol prevede anche questo. Se su una pagina bianca metti un punto con la penna tutti noteranno il punto e nessuno noterà la pagina bianca, e se un grande portiere commette tre o quattro papere in due anni tutti ricorderanno quelle tre o quattro papere e non il resto.
Anche perché, in effetti, da un grande portiere non ci si aspetta nemmeno mezza papera. Un po’ come successe a Zoff, che dovette faticare non poco per farsi perdonare i gol subiti dalla lunga distanza contro Olanda e Brasile ai Mondiali di Argentina ’78.
Così Edwin van der Sar, alla Juve, si fece infilare da un tiro parabilissimo di Salas ed in altre due occasioni da Paulo Sousa e Nakata. Ed a nulla valse il fatto che nella stagione precedente andò vicino a detenere il record di imbattibilità in Serie A. Per tutti, allora, fu quello che continua ad essere oggi: il “portiere scarso” della Juventus.