Non è facile essere considerata l’antipatica per antonomasia. Quanto male le ha fatto avere contro tutti gli altri concorrenti e sapere che le preferenze del pubblico, in finale, pendevano dalla parte di Maurizio?
«Non è stato facile. Ma isolarmi è il mio modo per restare concentrata. Non andavo a bere con gli altri la sera perché preferivo parlare al telefono con mia figlia e mio marito, non volevo fare torto a qualcuno. Questa cosa è stata fraintesa… o strumentalizzata».
Come mai ha deciso di partecipare a Masterchef?
«Ero una fan sfegatata e cucinare è la mia passione, così mi sono candidata. Ero sicura che non mi avrebbero presa. Invece l’hanno fatto e mi sono buttata, anche se mio marito era perplesso. L’ho convinto dicendogli: “Scegli: o mi faccio l’amante, o vado a Masterchef”. Forse è stata una crisi di mezza età».
Non le è andato giù quando chef Cracco l’ha chiamata “avvocato delle cause perse”.
«Non volevo che screditasse la mia immagine professionale e ho risposto d’impeto. Io con lo stipendio di avvocato ci pago il mutuo».
Adesso cercherà di diventare uno chef?
«Non sono una professionista, ci vuole un po’ di modestia. Il mio sogno era comprare il ristorante dove mio marito mi ha dato il primo bacio, ma non me lo vendono. Continuerò a fare l’avvocato, però vorrei anche occuparmi di enogastronomia in televisione o aprendo una scuola di cucina».
Forse i 100.000 euro avrebbero fatto più comodo a qualcuno degli altri concorrenti?
«Non mi sento in colpa. Masterchef è un talent show, non un’asta di beneficenza. Sono cresciuta in una famiglia modesta, quello che ho me lo sono sempre guadagnato pur con quel pizzico di fortuna che serve sempre».
C’è qualcosa che ha invidiato a Maurizio, il suo rivale nella finale?
«La fantasia nell’impiattamento. La cucina, però, non è solo estetica, è anche abbinamento di sapori, talento e tenacia. Ad aiutarmi a vincere è stata l’esperienza dei miei 42 anni, l’aver girato il mondo e aver avuto la possibilità di assaggiare piatti di grandi chef. In finale, poi, mi sono ispirata a chef Barbieri, un vero artista della cucina, dal quale ho imparato la pulizia».
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(Mia intervista pubblicata su Vero nr. 9)