Queste giovani donne, che ossessivamente scrutiamo e commentiamo, rappresentano la maggioranza delle ragazze italiane? O comunque, pur in minoranza, costituiscono un'avanguardia dietro la quale «le altre» vorrebbero mettersi in coda? La «sexeconomics» all'italiana è davvero un'espressione di modernità? La risposta è no. La modernità di tante giovani italiane sta altrove. Sta nelle università dove le studentesse ottengono risultati sempre migliori; sta nei curricula che vengono presentati per un'assunzione dove si sommano esperienze all'estero, volontariato, aggiornamento costante delle proprie abilità; sta nella creatività delle mamme blogger che sanno costruire dal basso nuove comunità, solidali, capaci di compensare in parte i vuoti del welfare; sta nell'ottimismo delle mamme single, che siano di ritorno o di andata; sta nell'energia delle ventenni pronte a partire per una città straniera forti solo di sé; sta in chi si impegna per i diritti delle persone, nelle associazioni, che sono un modo nuovo di fare politica; sta nelle giovani immigrate, le più aperte all'integrazione. Sta nelle storie «normali» di tantissime donne che ogni giorno provano a «tenere insieme» professione, famiglia, se stesse.
Queste parole sono oltremodo condivisibili proprio perché raccontano la quotidianità delle donne. Né donne “normali”, né eroine: semplicemente donne. Viene perciò spontaneo chiedersi se il megafono mediatico non produca più danni di quanto non faccia un sistema clientelare a dir poco deprimente. Ci si ritrova, insomma, a lambiccarsi, come nell’articolo citato, su cosa sia la normalità e cosa no a causa di un messaggio veicolato in maniera fuorviante nonostante le gentili concessioni di alcune a favore di altri non siano da considerarsi un fenomeno dei giorni nostri. Anzi. Stavolta, se ne sappiamo qualcosa in più, è perché evidentemente l’accortezza non è stata di casa (in un paese che non sia l’Italia le dimissioni del premier coinvolto in simili scenari sarebbero un atto dovuto). Se i giornali si limitassero a dare le notizie, neppure servirebbero riflessioni di questo tipo, dannose tanto quanto le pretestuose polemiche di chi, ad esempio, attribuisce impietosamente alla Arcuri la leadership del Pd per un giorno. Torniamo sulla Terra, male non ci farà.