Magazine Economia

L’economista Paul Krugman demolisce le politiche dell’austerità: creano più sofferenza sociale e non pongono fine alla crisi

Creato il 30 aprile 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Una truffa colossale, che ha umiliato e rovinato intere generazioni. Ecco quel che è stata la politica dell’austerità perseguita con ostinazione e senza argomenti convincenti da persone molto potenti.
Paul Krugman, nel suo blog collegato al New York Times del 29 aprile, denuncia l’inganno, la “caduta della foglia di fico”, con un articolo dal tono esplicito, pacato, serio, in grado di considerare il prezzo inutilmente pagato da una moltitudine di persone con la disoccupazione.
Ci sono alcune questioni di fondo che da un punto di vista teorico sono determinanti, ma non esiste una controprova; non sono che previsioni. E una di queste è che l’aumento di spesa pubblica (quel “battere moneta” che farebbe, detto semplicisticamente, la Federal Reserve) farebbe aumentare l’inflazione.
Krugman sostiene che ai livelli attuali l’inflazione resterebbe comunque sotto controllo e non ci sarebbero contraccolpi negativi, e nel contempo pone condizioni precauzionali. Stato e imprese private non possono essere in concorrenza.
L’investimento pubblico deve utilizzare risorse economiche che altrimenti resterebbero inutilizzate, e mettere in azione una forza lavoro che non lavora più. In questo modo le famiglie tornerebbero a spendere e le aziende private potrebbero produrre di più.
Chiedere sacrifici per troppi anni a una popolazione provata dalla disoccupazione di massa non ha un motivo sufficiente: Paul Krugman rileva che ormai se ne sono accorti tutti che l’austerità non risolve i problemi. L’impegno per osservare i noti parametri economici imposti dall’Unione europea non hanno determinato benefici bensì altri danni. È stato ridotto il potere d’acquisto ma anche la spesa pubblica: famiglie e imprese hanno pagato il prezzo della crisi peggiorando però la crisi. Lo Stato ha ridotto il proprio intervento senza però risolvere nulla.

Oltretutto è diventato evidente che l’austerità non è stata altro che un pretesto per un’operazione politica: distruggere la rete di solidarietà sociale, a vantaggio dei privilegiati e a danno di masse di poveri.
Sono state usate, sempre secondo Paul Krugman, giustificazioni di tipo moralistico e non economico, sostenendo che la sofferenza fa bene, che i sacrifici giovano. Ma quanti altri anni di sacrifici ci vorranno? Non è affatto certo che i rimedi proposti funzionino.
La svolta richiesta da Paul Krugman meriterebbe ascolto da parte dei potenti che non stanno certo pagando i loro tremendi errori e le loro intenzionali menzogne.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Da Fausto Orazi
Inviato il 01 maggio a 01:24

E' talmente chiaro e evidente che solo menti sprovvedute possono non capire. I grandi nomi che hanno voluto prelevare il 70% dalla tasca dei lavoratori senza stroncare i milioni di rendite pubbliche di posizione, sono la conferma che ognuno di noi, per quanto rinomato, ha dei buchi di malvagità e ignoranza nell'encefalo.