L’economista stregone

Creato il 01 agosto 2012 da Tnepd

E’ commovente chi, come Oscar Giannino, tenta disperatamente di trovare il modo di domare i mercati   impazziti e di risolvere la crisi globale utilizzando gli stessi strumenti che l’hanno ingenerata. Giannino è un uomo intelligente, però è come i credenti. Accecato dalla fede, non vede che il dio in cui crede - il neoliberismo della shock economy - è la causa del male che descrive. Per questo nemmeno lui, che pure è dotto medico e sapiente, sarebbe capace di fare meglio di Smonti. Sempre Chicago è. Questi liberisti che si lamentano della degenerazione del liberismo mi ricordano tanto il Topolino apprendista stregone in “Fantasia” che, giocando incoscientemente con il libro degli incantesimi, provoca un disastro che solo il mago in persona riuscirà a rimediare.  Bisogna essere proprio dei fedeli per non vedere che i derivati e gli interessi sul debito sono le scope e i secchi pieni d’acqua. Più si cerca di fermarli, pronunciando la formula che li evoca, per giunta, e più loro aumentano e finiscono per annegare le nostre disgraziate economie e noi cittadini con loro.  Solo nella favola, alla fine, c’è un mago che viene a fermare il disastro e a fare la ramanzina al discepolo scriteriato. Bisogna smetterla con gli incantesimi, con l’utopia scellerata del mercato che si autoregola.  E’ ora di rendersi conto che quel sistema economico in cui Giannino crede ciecamente e che si è attaccato all’Europa come una sanguisuga, dopo aver devastato nei decenni precedenti le Americhe, è solo in grado di produrre povertà generalizzata e ricchezza selezionata per pochi. Per pochi stregoni che mandano in giro per il mondo i loro tecnocrati a divertirsi con scope e secchi. Finti salvatori, maghi e re taumaturghi che invece devono solo eseguire un piano specifico.  Quello di arraffare tutto ciò che è rimasto da arraffare. 

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