E' la storia di piccole estati degli anni settanta,piccole se inserite nel contesto di una vita intera.Piccole,assolate,pigre.Di donne sedute fuori dai casali con l'immancabile sedia portata da casa.Donne che sferruzzavano anche in pieno agosto,ne dicevano di ogni su tutti ma senza nessuna cattiveria.Solo per il gusto di parlare e raccontare.E io piccola lì con loro ad ascoltare discorsi che non capivo ma che mi divertivano molto.Ero sempre li,tranne quando vedevo il "mi babbo" che si dirigeva verso l'orto.
Strano uomo il mi babbo.Taciturno,perso dietro chissà quali orizzonti con i suoi occhi azzurro ghiaccio.Ci guardava a volte senza vederci.La vita gli riempiva le vene solo quando metteva piede nel suo regno.Ecco perchè lo seguivo.Apriva una porticina sgangherata fatta di rete ed ecco l'Eden con tutti i suoi profumi meravigliosi i colori ,le pigre api che ronzavano, si posavano e ripartivano per altri viaggi.
La prima cosa che faceva era andare a controllare la sua amata insalata e a lanciare strali di Maremme contro le lumache che magari gliene avevano assaggiata un pò,approfittando della rugiada delle prime ore del mattino.
E io annusavo l'aria che sapeva di quell'odore un pò selvatico delle foglie di pomodoro,mi chinavo per vedere se c'era qualche zucchina da cogliere e mi stupivo sempre del fatto che se tiravo quel ciuffo,si proprio quel ciuffo di foglie,usciva fuori una carota.Di un arancione cosi vivo nonostante le macchie di terra......
A volte quell'orto era teatro di confidenze tra mia mamma e mia sorella ,molto più grande di me.Si confidavano sempre lì,al riparo delle orecchie di una famiglia numerosa come la mia.E loro parlavano,parlavano e io che cercavo lombrichi invisibili da infilare nella scollatura di quell'antipatica di mia cugina.
Di quel piccolo angolo di verde adoravo l'immediatezza.Si decideva cosa mangiare,si scendevano le ripide scale in pietra del casale,si attraversava l'aia e in un attimo avevi il pranzo e la cena,con mio padre che guardava soddisfatto le nostre bocche fameliche.Soddisfatto perchè mangiavamo le cose coltivate con le sue mani.
Nei pomeriggi d'agosto lui mi parlava finalmente,io e lui soli in quel piccolo angolo e mi spiegava tante cose.Le canne per i pomodori altrimenti si piegano,la distanza tra le varie piantine "perchè non si devono dare noia le une con le altre".Mi insegnava il rispetto per quei teneri germogli perchè Dio ce li aveva dati,erano esseri viventi.E io piantavo con lui,toglievo erbacce,annaffiavo e riempivo il mio piccolo cestino.Ogni tanto furtivamente toglievo un piccolo pomodoro e me lo infilavo tutto in bocca per paura di essere scoperta.Che sapore di sole in quella piccola meraviglia.
Il mio orto lo sognavo nei lunghi inverni romani,quando mi affacciavo dalla finestra e guardavo il cielo e mi dicevo che da grande avrei fatto la contadina e avrei abitato proprio lì,dove l'Umbria e la Toscana si danno la mano.E il mio orto avrebbe sfamato anche i miei di figli.
Ma poi la vita ha mescolato con dubbia sapienza le tessere di quel puzzle.I miei familiari mano mano sono diventate delle figure sbiadite sulle foto.Io ho cominciato il mio viaggio verso altro da quel piccolo Eden.E ho sperimentato conosciuto viaggiato.Una delle ultime cose che mio padre mi ha detto è stata"Stai diventando troppo cittadina"
Ecco,questa zuppa è dedicata a lui.E' la potage jardinière,zuppa del giardiniere (era il suo mestiere).Ci sono gli ingredienti della terra che lui amava tanto ma ci sono i miei viaggi in giro per l'Italia e per il mondo.Le cose che ho visto e che ho conosciuto.E' una zuppa a metà strada tra la città e la campagna.Proprio come è stata la mia vita.
E' una zuppa arricchita dal burro e dal latte(il roux),ma è cotta rigorosamente nel tegame di coccio e in quella servita.E' una fusion-confusion,un pò come la mia bizzarra vita.Il prezzemolo,il sedano,l'erba cipollina sono state coltivate con le mie mani.Il resto proviene da una filiera qui vicino,nelle campagne romane
Il mio orto ora è fatto da tanti piccoli vasi nel mio balcone,dove le erbe crescono rigogliose,dove il basilico stringe la mano alla menta e dove l'erba cipollina abbraccia le foglie del coriandolo.Sono brava a trattare con loro perchè buon sangue non mente.....Ma io non sono più solo la bimbetta dei lombrichi.Sono altro da me anche se le radici sono sempre quelle.
Come ormai è altro quel piccolo pezzetto di Eden.C'è un agriturismo ora.E li proprio in quel pezzetto dove io annusavo il profumo della natura c'è un parcheggio
E allora la mia voglia di terra tra le mani,di piantine appena nate me la porto dietro con me,non la lego più ad un singolo posto.So che forse un giorno tornerò,è un sogno coltivato senza dir nulla nemmeno a me stessa.
Ma per ora basta una singola zolla di terra per farmi sentire ancora quel profumo di sole.
Con tale ricettina partecipo al contest "In cucina con il club delle cuoche....voglia d'orto.Maramao perchè sei morto?" del blog Cook'n'book.
Potage jardiniere (o Zuppa del giardiniere)
Ingredienti:
2 cipolle tritate
3 cucchiai di burro
4 patate a dadini
1 cucchiaio di erba cipollina
un mazzo di prezzemolo
due ,tre costole di sedano,comprese le foglie
2 carote
sale
1 cucchiaio di paprica
4 pomodori maturi
1/2 litro di acqua bollente
60 grammi di burro
2 cucchiai di farina
400 ml latte
brodo vegetale quanto basta
Tritate insieme il sedano (comprese le foglie),il prezzemolo, le carote e l'erba cipollina.
Tritate a parte le due cipolle e fatele soffriggere con i tre cucchiai di burro iniziali.Unite poi le patate tagliate a dadini,il sale ,la paprika,i pomodori tagliati a cubetti,gli ortaggi che avete tritato in precedenza e l'acqua bollente.Portate ad ebollizione.Fate cuocere per una mezz'oretta.Con il frullatore ad immersione riducete il tutto ad una purea.
In una pentola fate fondere la seconda dose di burro.Aggiungete la farina e sempre mescolando fate cuocere per due minuti.Aggiungete il latte tiepido,mescolate ed aggiungete la purea di ortaggi cotta in precedenza.Mescolate e aggiungete il brodo di verdure.Regolatevi in base alla densità voluta.Fate cuocere per una decina di minuti e servite la zuppa calda con prezzemolo fresco tritato e crostini.
(se la zuppa dovesse presentare qualche grumo residuo basta una passata di frullatore ad immersione)