Magazine Attualità

L’Editoriale/ Riscoprire l’Unità del Tricolore da opporre alle barbarie culturali e all’arroganza

Creato il 23 gennaio 2014 da Antonio Conte

Le bandiere del Villaggio Italia di Pec/Peja in Kosovo. Missione NATO, Foto di Antonio Conte

Le bandiere del Villaggio Italia di Pec/Peja in Kosovo. Missione NATO, Foto di Antonio Conte

virgolette-apri
L’editoriale di questo blog, gentili lettori come ben sapete, non ha una cadenza fissa, ma esce quando esce. Nelle riviste giornalistiche è invece scandito dal tempo. Il ritmo settimanale o mensile è rigoroso. Forse un giorno, con il sostegno economico di qualche industria auguro a tutti voi lettori di poter avere una situazione editoriale più densa e stabile.

Per ora dovremo anche dribblare gli impegni, scavalcare le difficoltà, far finta che molti dei problemi che attanagliano la nostra esistenza e quella della nostra amata Italia non esistono. Bisogna fare spallucce ai cretini, girare le spalle ai detrattori, alzare la fronte orgogliosi e marcare il passo. Andiamo avanti!

Forse mi cimento in questi temi con toni, che una volta avremmo detto “da caserma”, senza rete, ma fiducioso di fare bene. Probabilmente questa opportunità del blog, nata casualmente e per personale ispirazione, mi è stata ispirata dai miei tempi militari ormai remoti, ma che sostengono ancora forti i sempre attuali Valori Militari, ai quali onorato mi ispiro: cito ad esempio il ben noto sentimento di appartenenza al gruppo, l’orgoglio per l’Italia degli uomini che meritano, la difesa delle Istituzioni, lealtà, ecc. Alcuni Generali parlano spesso anche di storia italiana e dei nostri grandi pensatori.

INDIA MARO'
A me, questo blog mi ha insegnato l’umiltà che esercito a vari livelli, anche se non si smette mai di esserlo sempre di più. Per esempio credevo, ancora prima dell’avvio di queste pagine, che il sentimento patriottico fosse rimasto sopito solo in me. Parlare di valori invece paga, parlo del piano morale ed etico. Oggi non professiamo i valori, li nascondiamo, sembra che non vada di moda dichiararli. Questo blog, mi ha quindi insegnato che non sono il solo, anzi, sono che l’ultimo che può rivendicare tali sentimenti ed ideali. L’elenco che potrei fare è smisurato. Ma da quando scrivo non faccio altro che incontrare amici che credono e fanno più del sottoscritto per questa nostra amata Patria. Lo fanno con vivace dedizione, con il rischio, con la vita, con l’amputazione dei propri arti, lo fanno con la distanza dai propri cari come ad esempio tutti gli uomini in missione. Ma ci sono due persone che lo ora fanno davvero bene: Girone e Latorre. Meritano tutta l’attenzione di noi italiani e del mondo!

Ora quindi cosa è questo nostro posto di incontro, ovvero questo blog dove tutti noi ci raduniamo per leggere le ultime notizie d’arma o qualche riga almeno che alimenti il nostro senso del dovere e attaccamento alle istituzioni? Un segnale, anche minimo, che ci dica che non siamo soli.  

L’umiltà che ho imparato è saper gioire in silenzio quando in un piazzale d’arma un reparto militare è schierato per l’alzabandiera. Questo ricordo era ancora vivo anche quella volta in Kosovo, per il mio reportage nei balcani del 2011. L’ennesima scelta dell’umiltà, la decisi quella mattina di Luglio quando assistevo all’evento con alcuni giornalisti italiani che, credo, mai prima avevano assistito ad una Alzabandiera fuori dal suolo patrio. Un’emozione grandissima, se fatta con altre cinque nazioni che a turno intonavano il proprio inno.

Andai con i miei ricordi ai primi giorni del Gennaio del 1987, sul piazzale della caserma di Cesano di Roma, nella Scuola di Fanteria e Cavalleria. Quella fredda mattina, imbracciando il fucile per la prima volta e gomito a gomito con i miei commilitoni, marciando a suon di musica, ricordo che era la “Marcia degli eroi” di Francesco Pellegrino, e occhi fissi al tricolore sentivo il

virgolette-chiudi
petto esplodermi dentro. Era per i miei 19 anni? Era perché stavo diventando un Ufficiale di Cavalleria? Forse, ma quell’emozione ora riaffiorava li  a villaggio “Italia”. La tenni stretta mentre guardavo gli occhi lucidi dei giornalisti. Pensai a tutti gli italiani a casa impegnati nelle loro attività quotidiane, ignari dei pericoli come la guerra civile balcanica che sfociò nel 1999 nel trecento conflitto che noi ben ricordiamo.  

Forse dovremmo ricoprire i nostri valori, riscoprire l’umiltà, forse dovremmo anche esporre il nostro petto alla barbarie culturale dei nostri tempi con maggiore impeto e coraggio per combattere l’arroganza ed a volte il marciume che attanaglia la nostra sana Pubblica Amministrazione ed il nostro Paese.

Viva gli italiani e viva l’Italia!

Antonio Conte

41.125816 16.866650

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :