In questi ultimi mesi si è assistito, con un’intensità sempre crescente, ad un fenomeno che potrebbe essere definito “Effetto Califfo”, legato all’avanzata dello Stato Islamico in alcune aree del Medio Oriente e del Nord Africa, oltre che agli attentati compiuti in Europa ed ai video di decapitazioni ed esecuzioni diffusi su YouTube.
Le conseguenze di questo fenomeno non sono state indifferenti: si potrebbe iniziare l’elenco parlando della trasformazione di centinaia di migliaia di italiani in tanti novelli Erwin Rommel dei giorni nostri, dotati di una innata perizia in fatto di guerra in regioni desertiche, protagonisti di dettagliate spiegazioni, diffuse su blog e social network, in cui si espongono strategie militari che consentirebbero di conquistare l’intera Africa settentrionale con l’ausilio di poche migliaia di uomini ed un limitato supporto aereo e logistico; di contro è crollato il numero degli esperti in elettronica e tecnologia militare, un tempo protagonisti delle critiche ai sistemi che rendevano i nuovi caccia F-35 degli attrezzi apparentemente inutili, il cui acquisto è divenuto ora notevolmente più popolare.
Il rinnovamento degli armamenti per la Difesa, oggi che la minaccia dell’Isis sta a poche centinaia di chilometri dai nostri confini, non è più infatti diffusamente considerata una spesa inutile. Molti si sono accorti che il “costruiamo scuole materne e non rinnoviamo l’aeronautica” è una tesi che, in talune situazioni, presenta certi limiti; in presenza di una minaccia internazionale è infatti complicato inviare gli asili a compiere raid aerei, benché a volte possano funzionare meglio dei cimeli volanti di cui attualmente dispone l’Aeronautica Militare Italiana.
Altro aspetto dell’”Effetto Califfo” è l’aver fornito ai popoli europei un nemico, il terrorismo islamico, più pericoloso di Angela Merkel e, in certi casi, addirittura dell’Euro, distogliendo l’attenzione del complottismo internazionale sia dal “signoraggio bancario” che dal club Bilderberg.
Questo fenomeno ha avuto un altro effetto illuminante: i sostenitori del “trattiamo con il governo(?) libico per fermare i clandestini” si stanno infatti gradualmente rendendo conto che la loro tesi, sostenuta con forza fino a poche settimane fa, presenta alcuni requisiti che la rendono, in questo momento, di difficile applicazione (ammesso che la questione principale di cui preoccuparsi siano i clandestini).
Ciò che rende più strabiliante l’”Effetto Califfo” non è però nessuno degli argomenti sopra elencati; questo fenomeno è infatti riuscito a sconfiggere, almeno nel mondo dell’informazione, uno dei più gravi pericoli che sembrava minacciare la civiltà moderna, colei che avrebbe dovuto sterminare la popolazione di mezza Europa se non fosse stata fermata in tempo: l’”Emergenza Ebola”.
Gli speciali in TV e sui giornali, la demagogia che permeava comizi di piazza e manifesti appesi nelle strade, gli annunci su Facebook e Twitter, insomma il terrorismo mediatico in generale non hanno resistito al potere del Califfo che, a quanto sembra, nel suo campo non ammette rivali.
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L’”Effetto Califfo” colpisce gli Italiani: i nuovi Rommel si scordano dell’Ebola
Creato il 18 febbraio 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzaniPossono interessarti anche questi articoli :
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