Taranto.Terra non solo d’Ilva,ma anche di tradizioni.Pasqua si avvicina e il tarantino ha un compito:diventare “perdune”.
Si il perdono,quella figura che fa piangere i bambini al suo incontro ma che gia’ dalla tenerissima eta’ timbra in loro il segno di appartenenza al rito collettivo della settimana santa tarantina.
Le processioni,l’asta per i simboli e le statue da portare il Giovedi’ santo e poi il Venerdi nel percorso oramai come la via della penitenza per l’intera citta’.
Ma c’e’ una novita’ quest’anno.Forse l’effetto Ratzinger si e’ fatto sentire.Monsignor Santoro,arcivescovo di Taranto,bacchetta le confraternite per il significato economico che si da la domenica delle Palme aggiudicandosi a fior di euro simboli e statue della tra giorni di passione tarantina.
L’entrata in Gerusalemme passa in secondo piano e l’euro e il prestigio di portare un simbolo cancella il significato stesso del rito secolare tarantino.
Un ritorno a Cristo.La passione nella sua drammaticita’ deve essere protagonista e il ricavato delle aste deve essere dato subito ai piu’ bisognosi.
Quest’ultima cosa gia’ si fa e bene grazie all’ottima organizzazione delle confraternite del Carmine e dell’Addolorata.
Pero’,l’effetto Ratzinger,incombe e cala sul popolo jonico da monito.
Sentirsi uomini e non protagonisti per il prestigio di portare un simbolo.Essere Cristo penitente e non uomo da spettacolo a tutti i costi.
Qui Ratzinger ha colpito.Il papa saluta la sua figura e ritorna piccolo,piccolo nel suo essere ridimenzionandosi davanti al mistero divino.Ecco anche i confratelli devono ridimenzionarsi,essere uomini umili e non pochi eletti che grazie al loro portafoglio mostrano un ” trofeo sacro”.
foto di ARALLAGIANLUCA perdune(confratello)
Gonfalone della chiesa del carmine.