Allaeldin Abouelkassem, foto Upi.com
Abouelkassem, che ha dedicato la vittoria al padre scomparso solo pochi mesi fa, è giunto alle Olimpiadi grazie ad un progetto nazionale per giovani sportivi voluto dal governo egiziano.
Nel fioretto maschile l'Egitto è la 17° nazione a salire sul podio nella storia delle Olimpiadi. In questa speciale classifica è la Francia, con 27 medaglie (10 di oro) a fare da padrone, seguita dall'Italia con 20 medaglie (8 di oro) e dall'URSS/Russia con 7 medaglie. Oltre alle nazioni europee (Germania, Ungheria, Polonia, Belgio, Romania, Grecia e Austria), sono salite sul podio del fioretto maschile solo gli Stati Uniti e Cuba per il continente americano e la Corea del Sud, il Giappone e la Cina per l'Asia.
L'impresa di Allaeldin rappresenta quindi un fatto storico per uno sport che lentamente allarga i suoi confini verso paesi emergenti. Un successo africano che segnerà sicuramente il futuro della scherma nel continente. Per quanto riguarda l'Egitto, come qualcuno ha giustamente voluto sottolineare, vi è anche un remoto zampino italiano. Infatti nel periodo 1949-1962 ad insegnare in Egitto e guidare la nazionale egiziana di scherma vi era stato il maestro livornese Livio Di Rosa (che riuscì a portare la squadra egiziana del fioretto maschile al 4° posto alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952). Quando lasciò l'Egitto - il "burbero" Livio come veniva amichevolmente definito - andò ad insegnare in un nuovo Circolo di Scherma a Mestre (terraferma di Venezia) dove nei trent'anni che vi lavorò (Di Rosa è scompraso a 80 anni nel settembre 1992) creò una delle più importanti scuole di fioretto del mondo (quella delle medaglie olimpiche Dal Zotto, Numa, Borella, Cipressa, Vaccaroni, Bortolozzi e Zennaro, per intenderci). Oggi quel Circolo, che festeggia i 60 anni di vita porta il nome del grande maestro. Per inciso, Massimo Omeri (il maestro di Andrea Cassarà) è stato allievo da atleta e da tecnico di Livio Di Rosa, così come Giovanni Bortolaso (maestro di Arianna Errigo, recente argento nel fioretto femminile).
Chad Le Clos, dalla rete
La medaglia di Alaaeldin Abouelkassem è anche la prima africana "non bianca" di questa Olimpiade. Ed è giunta lo stesso giorno di un'altro incredibile successo africano nel nuoto, quello del sudafricano Chad Le Clos che ha vinto i 200 farfalla (a pochi giorni dalla prima medaglia d'oro del Sudafrica sempre nel nuoto) battendo un mostro sacro del nuoto americano e dello sport mondiale, quel Michael Phelps, che da ieri è l'uomo che nella storia ultracentenaria delle olimpiadi ha vinto più medaglie (19 in tre olimpiadi).