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L’ELEGANZA DEL RICCIO di MURIEL BARBERY

Da Sgruntreviews

L’ELEGANZA DEL RICCIO di MURIEL BARBERY
Salve a tutti!!!Bentornati nella Biblioteca personale della Libraia!Prima di presentarvi il libro che ho scelto per il post, volevo chiedervi scusa per il ritardo con cui pubblico il post. Mercoledì ho lavorato, al contrario di tutti voi che siete andati per prati a mangiare pasta fredda e bistecche! Ma se avete letto un libro, siete perdonati...Volevo avvertirvi che tra un po’ di tempo ci sarà un mega post (forse in collaborazione, chi lo sa???) su Lo Hobbit, che ho finito ieri di leggere! Contenti? :-D
Dunque, come avete visto più su, oggi parlerò di un libro che mi ha lasciato così così... Sono perplessa...
Renée Michel è, a prima vista, la comunissima portinaia del numero 7 di rue Grenelle, un condominio parigino abitato da famiglie ricche, facoltose. Lei però è leggermente diversa dal contesto che la circonda: è apparentemente poco curata nell’aspetto esteriore, tremendamente pigra, perennemente presa dalla cura del suo gatto, dalla televisione e dalle sue modeste e insignificanti faccende private. In realtà, Reneé è una persona molto molto colta: si interessa di filosofia, di arte, di cinema, di musica classica e addirittura di cultura giapponese. Solo che preferisce non manifestare la propria cultura. È vedova, ma non affronta la sua solitudine con rancore o nostalgia (come sarebbe, credo, normale aspettarsi), ma concentrandosi su se stessa e sulla propria anima.Il tutto con grande stacco, quasi filosofico. L’unica cosa che sfugge dalle sue profonde analisiè un segreto, doloroso, nascosto fino alla fine.Il secondo personaggio, quello che riesce ad animare le pagine (secondo l’autrice, non secondo me!!!) di questo libro è una ragazza di dodici anni, Paloma Josse, figlia di un Ministro della Repubblica. Paloma, piccola e minuziosa, ma così adulta nell’analisi della sua realtà, Giudice dell'Umanità, come la definisce l'autrice, è in lotta continua con tutti i membri della sua famiglia: con la madre, così fredda da non esternare il suo Vero Essere,e per questo presentata come  una donna debole; con il padre, totalmente diverso dalla moglie, il quale fa dell'aggressività, il centro della propria vita politica e privata; con la sorella Colombe, che studia filosofia solo per fini concreti e non per affrontare il mondo in maniera crititca. Paloma ad un certo punto smette di analizzare questo mondo, quello che ha attorno e che la soffoca. Non sopporta di aver creduto nella bellezza del mondo, quando in realtà sente tutta la sua crudeltà. Non riesce più a sopportare la mediocrità delle persone che la circondano, la loro inadeguatezza, la loro ipocrisia.
Per questo ha pianificato di suicidarsi con i barbiturici il giorno del suo compleanno e anche di dare fuoco all'appartamento in cui vive con la famiglia per cancellare le tracce della sua vita inutile e infelice vita.Le vite e i destini di Paloma e Renée si incontrano, e succede quello che nessuna delle due si aspettava! Esse si riconoscono come anime simili, quasi gemelle nelle loro vite tormentate! Il “miracolo”accade grazie all'arrivo di un terzo personaggio: Kakuro Ozu, un signore giapponese. Sarà lui ad aprire il cuore della portinaia, e a farne uscire tutti i sentimenti ed i segreti più oscuri, liberarla da un peso che gravava su di lei da quindici anni, e, insieme a lei, farà capire a Paloma qualcosa in più sulla Vita, qualcosa che nemmeno l’estrema sensibilità della ragazza aveva saputo cogliere.Vi sarete già accorti dalle mie parole che questi personaggi, A MIO DIRE (mio, solo mio, personalissimo!) sono eccessivamente caricati!!! Sembrano personaggi delle commedie delle marionette!La portinaia sciatta, ma estremamente colta... Boh... Vabbè, ci può stare!La dodicenne stoica, con manie di suicidio, disadattata, che analizza la sua vita meglio di un filosofo di 80 anni... Io alla sua età giocavo con Barbie e litigavo con la mia compagna di banco per i colori!!! Senza parole...Da chi verranno “salvate”??? Da un superuomo giapponese, che guarda caso capita di lì e cambia la vita a tutte e due!!! Diciamo pure che l’espediente del giapponese serve perché i personaggi avevano raggiunto un livello tale di autocritica, che non sarebbero riusciti a salvarsi da soli. Un espediente per risolvere la narrazione! Come quando Dante non sa spiegare come si passa da un luogo ad un altro dell’Inferno, per cui sviene... Il meccanismo è lo stesso del deus ex machina del teatro greco. Non mi piacciono questi espedienti, questi trucchi che non ingannano nessuno...
La scrittura è scorrevole, per quanto si possa apprezzare in un libro tradotto, anche se a volte si blocca! È un romanzo leggero, scorre come l'acqua. Tutto sommato, potrebbe risultare anche piacevole, se desiderate una lettura per nulla impegnativa, e proporzionalmente poco stimolante.
Non so se il film è meglio... Questo dovrebbe dircelo il nostro Dr. Block... Ma il libro è veramente sciapo, insipido... Moscio!!!
La cosa apprezzabile in quel mare di chiacchiere sono le escursioni sul pensiero dei Grandi filosofi, ma sembravano cose piazzate lì in bella mostra, più che integrati nella trama. Un esempio di pensieri filosofici egregiamente incastonati come diamanti nella trama di un libro, lo possiamo trovare ne “Il nome della rosa” di Umberto Eco, che A-D-O-R-O con tutta me stessa, e che ho letto cinque volte (senza voler apparire boriosa e superba, ci mancherebbe!). Lì si che sono perfettamente integrate nel racconto, anzi! Senza di quelle non si riuscirebbe a capire a pieno il senso del romanzo. Qui, invece, sono solo medaglie esibite per bellezza, e non per il valore.
SCHEDA:
Titolo originale - L'Élégance du hérisson Autore - Muriel BarberyEd. originale - 2006 Lingua originale - francese Cod. ISBN – 9788876417962
VALUTAZIONE  (volete proprio saperlo???)  ●●/5
La frase,  mi dispiace, ma non ce l’ho... O forse si... “Fine”, quando ho finito di leggerlo.
Ci tengo moltissimo a precisare che non ho assolutamente nulla contro il libro, l’autrice e via dicendo. Non ci tengo ad essere una critica, perché non ho né le conoscienze, né un livello culturale altissimo, che sono i due presupposti per la professione, badate bene, PROFESSIONE, di critico. Io sono solo una ragazza che ama follemente leggere e che apprezza il libro come oggetto, come Entità, ma soprattutto come Lavoro! Il mio compito qui non è di screditare un’autrice che ci avrà messo tutta se stessa per scrivere il suo libro, ma di dirvi: “Attenzione! Questo libro ha dei meccanismi a cui dovete prestare attenzione.”, che è diverso...Come sempre, fatemi sempre sapere cosa ne pensate, commentando questo articolo, oppure alla nostra mail [email protected], mettendo come oggetto il titolo del libro.
Un carissimo saluto dalla vostra (spietata!!!) 
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