di Beppe Grillo. E' stupefacente come la legge elettorale non sia vincolata di fatto da nessun articolo della Costituzione. I partiti, che hanno scritto la Costituzione nel dopoguerra, in particolare la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, hanno preferito tenersi le mani libere. La legge elettorale può quindi essere cambiata a ridosso delle elezioni, riscritta dai segretari di partito come un abito su misura per favorire il proprio raggruppamento, sottratta a ogni controllo da parte degli elettori. I partiti, in caso di "emergenza", definita tale ovviamente da loro, hanno persino il potere di spostare la data delle elezioni per evitare la cacciata dal Parlamento. E' il rovesciamento della democrazia. La via italiana ai maiali di Orwell che, una volta acquisito il potere, usavano qualunque mezzo per mantenerlo. Tre segretari di partiti non più rappresentati nel Paese reale, che potrebbero anche sparire dopo le prossime elezioni politiche, si riuniscono da mesi per una "nuova" legge elettorale. Cercano la magica quadratura del cerchio che li mantenga in sella per sempre, l'elisir di lunga vita parlamentare. La loro arroganza e la loro cecità sono tali che non si rendono conto che i cittadini li guardano allibiti come dei pazzi fuggiti da un manicomio. Eppure, a questi incompetenti, che hanno fatto fallire la Nazione sotto il peso di 2.000 miliardi di euro, tutto sembra apparentemente concesso, anche di cambiare le regole del gioco mentre questo è in corso. Non ci sono arbitri che possano intervenire per fermare la partita truccata, non la Corte Costituzionale, non i cittadini. Questa non è democrazia, non ne ha salvato neppure le apparenze. Gli imputati sono diventati i giudici di sé stessi. La legge elettorale non può essere un giocattolo nelle mani di chi ne trae un vantaggio. I cittadini italiani devono decidere, attraverso una pubblica consultazione, le modalità con cui eleggere i loro "dipendenti". Dovrebbe essere inserito nella Costituzione che ogni cambiamento alla legge elettorale sia soggetto a referendum confermativo. Cinque anni fa, nel settembre del 2007, 350.000 italiani firmarono per una "nuova" legge elettorale che prevedeva la non eleggibilità dei condannati in via definitiva, il massimo di due mandati e l'elezione diretta del candidato. La loro proposta giace da allora nelle cantine del Senato. Napolitano, che ora pressa per una nuova legge elettorale, in cinque anni quel boom di democrazia non lo ha mai sentito e, con lui, neppure i partiti.
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di Beppe Grillo. E' stupefacente come la legge elettorale non sia vincolata di fatto da nessun articolo della Costituzione. I partiti, che hanno scritto la Costituzione nel dopoguerra, in particolare la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, hanno preferito tenersi le mani libere. La legge elettorale può quindi essere cambiata a ridosso delle elezioni, riscritta dai segretari di partito come un abito su misura per favorire il proprio raggruppamento, sottratta a ogni controllo da parte degli elettori. I partiti, in caso di "emergenza", definita tale ovviamente da loro, hanno persino il potere di spostare la data delle elezioni per evitare la cacciata dal Parlamento. E' il rovesciamento della democrazia. La via italiana ai maiali di Orwell che, una volta acquisito il potere, usavano qualunque mezzo per mantenerlo. Tre segretari di partiti non più rappresentati nel Paese reale, che potrebbero anche sparire dopo le prossime elezioni politiche, si riuniscono da mesi per una "nuova" legge elettorale. Cercano la magica quadratura del cerchio che li mantenga in sella per sempre, l'elisir di lunga vita parlamentare. La loro arroganza e la loro cecità sono tali che non si rendono conto che i cittadini li guardano allibiti come dei pazzi fuggiti da un manicomio. Eppure, a questi incompetenti, che hanno fatto fallire la Nazione sotto il peso di 2.000 miliardi di euro, tutto sembra apparentemente concesso, anche di cambiare le regole del gioco mentre questo è in corso. Non ci sono arbitri che possano intervenire per fermare la partita truccata, non la Corte Costituzionale, non i cittadini. Questa non è democrazia, non ne ha salvato neppure le apparenze. Gli imputati sono diventati i giudici di sé stessi. La legge elettorale non può essere un giocattolo nelle mani di chi ne trae un vantaggio. I cittadini italiani devono decidere, attraverso una pubblica consultazione, le modalità con cui eleggere i loro "dipendenti". Dovrebbe essere inserito nella Costituzione che ogni cambiamento alla legge elettorale sia soggetto a referendum confermativo. Cinque anni fa, nel settembre del 2007, 350.000 italiani firmarono per una "nuova" legge elettorale che prevedeva la non eleggibilità dei condannati in via definitiva, il massimo di due mandati e l'elezione diretta del candidato. La loro proposta giace da allora nelle cantine del Senato. Napolitano, che ora pressa per una nuova legge elettorale, in cinque anni quel boom di democrazia non lo ha mai sentito e, con lui, neppure i partiti.
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