L’elogio dell’ombra

Abbiamo bisogno di credere, di ascoltare. Di sentirci protetti, di guardare al di là delle nostre braccia, verso un infinito morbido come nuvole. Spesso  è il gioco dei chiaroscuri a metterci paura, senza pensare che proprio con le ombre ha inizio l’universo. Junichiro Tanizaki ha scritto Libro d’Ombra raccontando di come l’Occidente abbia puntato tutto sulla luce, togliendo spazio alla penombra e alla sua bellezza. Ciò che non si vede si può immaginare e il ritratto dell’ombra può assomigliare al sogno. Talvolta nella realtà questo non avviene, ciò che era indefinibile una volta alla luce ha mostrato una desolante bruttura. Dobbiamo essere forti ma abbiamo bisogno anche della nostra vulnerabilità. Così dalla troppa luminosità ci ritiriamo nei luoghi silenziosi e all’interno ne apprezziamo l’armonia, il profumo di incenso, l’arte compassionevole e il gusto del perdono così difficile da masticare. L’elogio dell’ombra e l’abito del giovane stilista Leo Amato L’abito che indosso è di un giovane stilista italiano che ho molto apprezzato. Si chiama Leo Amato e l’ho conosciuto quando ero giurata in un concorso per giovani talenti a Ostuni e lui studente all’Istituto di moda Rosanna Calcagnile di Lecce. “Nel corso di un Erasmus in Francia a Lyon  ho avuto modo di visitare il famosissimo parco de la Tête-d’Or. Questo parco ospita un maestoso giardino botanico con un’area dedicata a più di 350 specie diverse di rose – racconta Amato al giornalista Alessio Pastrano – essere circondato da cespugli, petali rossi e il profumo di questo magico roseto ha dato origine alla collezione Jardin Rouge, il Giardino Rosso”. Ho voluto indossarlo un abito di questa collezione per la Parigi Fashion Week perché i suoi colori profondi e pieni di rimandi orientali hanno saputo raccontarmi una storia. Una piccola trama che ha inizio a Parigi a Saint Nicolas des Champs, una chiesa del dodicesimo secolo in stile gotico, con un meraviglioso organo antico del 1418. tagged in leo amato, pfgstyle, pfw.moda