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"L'Emilia non è come l'Irpinia"...e la speculazione degli avvoltoi vestiti di verde

Creato il 23 giugno 2012 da Ilazzaro @Ilazzaro

C'è un movimento politico in evidente emorragia di voti...C'è un movimento politico che via etere non manca di fare becero umorismo su una bimba ucraina che aveva gravi problemi motorii. Salvo poi ritrattare e dire che "noi non siamo così". No, per carità, non sono avvezzi all'insulto e al razzismo...scherziamo?

C'è un movimento politico che, nonostante le tragedie, tuona "La Lega Emilia-Romagna ha deciso di protestare contro l’ennesima ondata di soldi sottratti al Nord, per alimentare clientelismi e sprechi al Sud” e prosegue in un comunicato neanche “le vittime e 15.000 sfollati sono bastati a fermare l’inutile drenaggio di soldi dal settentrione al Sud”,"siamo stanchi di essere il forziere del meridione, la Padania vuole giustizia”. E puff ti organizza un sit-in.

La protesta è sui 51 milioni di euro stanziati per il completamento della ricostruzione post terremoto in Irpinia del 1980.

Ora fermo restando che comprendiamo la necessità di recuperare posizioni nell'elettorato, con la solita campagna contro i terroni mariuoli (toh da che pulpito, attenderemo silenti le sentenze della magistratura anticipate da intercettazioni audio e video e poi ci divertiremo ad organizzare sit in), ma quei soldi di cui il signore parla, in realtà, sono stati "erogati" da tutti gli italiani attraverso un aumento ad hoc , illo tempore, delle accise sulla benzina. Ed ancora le paghiamo. Come paghiamo tante altre accise per guerre inutili di certo non volute dai terroni ladri (non mi risulta che i regnanti del tempo fossero calabresi o siciliani).

I soldi destinati all'Irpinia, come ha spiegato al Corriere della Sera, Franco Romano, ingegnere, componente del gruppo di lavoro al Ministero è " denaro speso bene, perché i paesi dell’Irpinia sono quasi tutti ricostruiti. Ciò che da dieci anni a questa parte viene distribuito è una percentuale irrisoria rispetto a quanto è stato speso."

Il problema è che quei signori, di verde vestiti, forse perchè non proprio in buona fede, dimenticano l'entità e le proporizioni delle due tragedie. La Protezione Civile, tra l'altro, nacque soltanto allora, per la drammatica e dolorosa occasione.

Ora, fermo restando che auguriamo ai fratelli emiliani (cui la solidarietà dei terroni campani destina ogni settimana generi alimentari freschi, come la mozzarella) una ricostruzione rapida e tutto il bene del mondo (ed assenza di ladri veri), alleghiamo di seguito degli estratti di un articolo de La Stampa (quotidiano di Torino) che possono meglio descrivere la situazione drogata dell'informazione in Italia, su cui gli avvoltoi aleggiano tranquilli con grande soddisfazione.

"C’è stato un terremoto, e basterebbe usare questa parola, terremoto: ce ne sono molte altre che incutono più terrore? E invece no: si parla di inferno, di un mondo spazzato via, di un’intera regione in ginocchio. Non è così: provate a girare per tutta l’area, da Modena fino su ai paesi dell’epicentro, e vedrete un film che non è quello che viene raccontato. Un film drammatico, certo. Ma perché dire e scrivere che è come il Friuli, l’Irpinia, L’Aquila? In Friuli ci furono mille morti, centomila sfollati, 18.000 case completamente distrutte, 75.000 gravemente danneggiate. In Irpinia tremila morti, 280.000 sfollati, 362.000 abitazioni distrutte o rese inagibili. L’Aquila è ancora oggi, quella sì, una città in ginocchio. L’Emilia no: la gente che vi abita ha paura, e questo è comprensibile, ma le grandi città sono intatte, il 95 per cento dei paesi pure, eppure l’altra sera in tv abbiamo sentito parlare (testuale) di «una regione distrutta».

Compreso? Disponibile anche a realizzare un eventuale plastico, o un disegnino, per mostrare, ai signori che organizzano il sit-in, in termini di quantità, il significato di 3000 (TREMILA), 280000 (DUECENTOTTANTAMILA) e 362000 (TRECENTOSESSANTADUEMILA).

E per rispetto dei morti e degli sfollati di tutti i terremoti, smettetela di speculare sulle tragedie di un paese.

 


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