L’altro giorno vi ho introdotto il fatto che mi hanno prenotato nell’albergo delle puttane. In realta’ non e’ proprio cosi’: si trattava di un semplice motel, ben tenuto ma abbastanza vecchiotto.
Il suddetto motel aveva tanto di terrazzo e balconata con vista su uno stranissimo ospedale privato (cosi’ diceva l’insegna, private hospital), semideserto e dove in tre giorni non e’ arrivata nessun’ambulanza. La prima sera dopo essere tornato in hotel ho avuto la bella idea di affacciarmi al terrazzo, e… mi sono chiuso fuori per sbaglio! Nel senso che ho chiuso la porta a vetri dietro di me, e questa e’ scattata.
Fortunatamente (per non so quale allineamento cosmico) avevo preso in mano il telefono prima di uscire, per cui sono andato nella pagina internet dell’albergo e ho chiamato la reception, chiedendo se gentilmente qualcuno mi veniva a liberare. Erano le 23:30 circa: immaginate la scena di questo hotel pieno di luci spente e terrazzini, con un imbecille in mutande chiuso fuori al settimo piano.
Ma non e’ finita qui, purtroppo. Mentre aspetto che il tipo della reception salga su al settimo piano ad aprirmi, butto l’occhio sulla porta della camera e… mi rendo conto che l’ho chiusa da dentro con la catena! Mi viene nell’ordine: faccia da urlo di Munch, sudori freddi, disperazione, voglia di buttarmi di sotto.
Nel frattempo il tipo della reception fa 1-2-3-4-5-6-7 piani in ascensore, arriva alla mia camera, fa per aprire la porta e… bam! Non si apre che di un paio di centimetri, perche’ ovviamente c’e’ il catenaccio chiuso. Il tipo prova un paio di volte, fa per infilare due dita nella fessura aperta, ma poi rinuncia.
Dopo cinque minuti chiamo di nuovo la reception. Il tipo e’ sceso e mi rassicura: no worries, adesso vengo su a liberarti, sono sceso a prendere un arnese. Io a quel punto penso che certo, ovviamente in albergo devono avere un attrezzo per aprire le catene chiudiporta. Tipo metti che uno si senta male o muoia dentro la stanza con la catenella chiusa…
….Ma anche no. Dopo 10 minuti il tipo si ripresenta e ci riprova, ma altro che attrezzo e attrezzo! Questa volta si e’ portato dietro nientepopodimeno che un cacciavite e un coltello da cucina. I tentativi di sgangiare l’arnese si rivelano del tutto vani, e io sono li’ che gia’ mi pregusto una notte all’aperto sul balcone, quand’ecco che (dopo innumerevoli prove) finalmente riesce a sganciare la sicura. E’ l’una di notte quando mi libera.
Sarebbe stato divertente scoprire cosa avrei fatto se non avessi avuto con me uno smartphone per cercare il numero dell’hotel dal terrazzo, o ancora peggio se fossi stato senza telefono. Mettermi a urlare HELP! HELP! nel pieno della notte sarebbe stato l’over-the-top del ridicolo.
Non che io non sia diventato lo stesso lo zimbello dell’albergo, eh. I miei colleghi per due giorni hanno raccontato ‘sta storia a tutti, taxisti compresi. Clienti compresi. Altri colleghi compresi. Camerieri dei ristoranti compresi.
Ecco una foto della porta con catenaccio scardinato (non si vede bene, sorry). Sono o non sono il Re dei Pirla?