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L'Ennemi

Creato il 08 agosto 2010 da Lucas

Ho penato e goduto due giorni a pensare, scrivere, correggere, riscrivere, aggiungere, tagliare una specie di articolo. Fatica, ma ripeto mi piace rimasticare il René Girard ch'è dentro di me, tirarlo fuori per vedere se funziona, se ho capito qualcosa della sua lezione, soprattutto per liberarlo dalle pastoie del conservatorismo cattolico e restituirlo a quelle chiare scoperte umanistiche che fanno brillare gli occhi di luce per aver capito come funzionano certe cose nascoste.

Ma siccome l'articolo è un po' lungotto e siccome ho trovato la caporedattrice di Giornalettismo in linea alla quale avevo persino mancato, imperdonabilmente, di farle gli auguri su facebook, allora ho pensato di chiederle di accettare questo mio presente e lei ha detto che sì, grazie ma forse domani no ce la farò a metterlo allora martedì... va bene, sono un inattuale.

Mi sono reso conto tuttavia che non sono adatto per tenere una rubrica fissa in qualsivoglia tipo di giornale così per puro sport (direte: e a pagamento? Ma chi mi paga). Preferisco schiavizzarmi da solo sul blog, che già mi vincola abbastanza, ma piacevolmente.

Però non posso non annunciarlo. Parlerò di qualcosa che ha detto l'onorevole Cicchitto mercoledì scorso alla Camera dei deputati in difesa del sottosegretario Caliendo. Qualcosa che mi ha dato chiaramente fastidio. Vedendo poi questa poesia di Bondi riportata da Gians ho provato ancor più fastidio misto a sibilanti imprecazioni di madonne pellegrine e ceri accesi sul far della notte di san Lorenzo. Vi dico: non sarà niente di nuovo o esaltante. Questo post è uno sfogo di scrittura non mediata cioè immediata e di errori probabili piena, corretta dal correttore di bozze. Allora l'articolo rimando per vedere se sarà pubblicato su Giornalettismo.

Mia suocera, svizzera, francofona e illetterata, mi ha chiesto se conoscevo un verso di una poesia di Baudelaire che lei amerebbe mettere sulla sua tomba. Mi dice: «Ma vie ne fut qu'un ténébreux orage, traversé çà et là par de brillants soleils». Vado a cercare nella mia edizione dei Fleurs ma non trovo subito l'attacco «ma vie...». In effetti, non è proprio “ma vie” bensì, «ma jeunesse». Trattasi del sonetto L'Ennemi.

Lo riporto, anche per ricordarmi cosa vorrebbe ma belle-mère

Ma jeunesse ne fut qu'un ténébreux orage,
Traversé çà et là par de brillants soleils ;
Le tonnerre et la pluie ont fait un tel ravage,
Qu'il reste en mon jardin bien peu de fruits vermeils.

Voilà que j'ai touché l'automne des idées,
Et qu'il faut employer la pelle et les râteaux
Pour rassembler à neuf les terres inondées,
Où l'eau creuse des trous grands comme des tombeaux.

Et qui sait si les fleurs nouvelles que je rêve
Trouveront dans ce sol lavé comme une grève
Le mystique aliment qui ferait leur vigueur ?

- Ô douleur ! ô douleur ! Le temps mange la vie,
Et l'obscur Ennemi qui nous ronge le cour
Du sang que nous perdons croît et se fortifie !


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