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L'ennesima domenica di Gianfranco Fini.

Creato il 06 novembre 2010 da David Incamicia @FuoriOndaBlog
L'ennesima domenica di Gianfranco Fini.
di David Incamicia
Ci risiamo. Nella politica nostrana sarà di nuovo domenica, l'ennesimo fine settimana capace di tenere col fiato sospeso gli italiani in perenne attesa delle ulteriori dichiarazioni di Gianfranco Fini. Dopo Mirabello, dopo il videomessaggio sull'affaire Montecarlo, oggi e domani a Perugia prende ufficialmente il via l'avventura di Futuro e libertà, appuntamento che arriva nel pieno del nuovo sexygate che sta sommergendo di polemiche la figura di Silvio Berlusconi. La domanda che tutti si pongono è la seguente: il Presidente della Camera staccherà la spina al governo e con esso al berlusconismo? (Potete seguire la convention del 6 e 7 novembre di Fli in diretta streaming).
Fini è diventato l'ombelico della vita pubblica del nostro Paese, il centro di gravità permanente in grado di dettare, ormai da mesi, l'agenda del dibattito politico. Tirato per la giacca da una sinistra incapace di autodeterminare il proprio destino, sempre ferma ad aspettare che accada qualcosa, il colpo di scena finale che la liberi - e ci liberi - dalla scomoda ed anomala presenza del Premier. Trattato come un eretico dall'altra destra, quella populista e antisistema incarnata dall'asse Lega-Pdl i cui massimi interpreti, campioni mediatici dell'istintualità controculturale, sono i Feltri e i Belpietro promotori della più spietata caccia all'uomo che la storia repubblicana ricordi. Corteggiato, infine, pure in questo caso al limite del farsesco, dai paladini del "terzismo", protagonisti minori e minoritari dell'agone politico, quanto mai bisognosi di legittimarsi compiutamente nell'indigesto sistema "polare" ("bi" o "multi" poco importa) attraverso nuovi arruolamenti alla causa.
L'ennesima domenica di Gianfranco Fini.In questo senso, l'ex leader di An la sua battaglia l'ha già vinta. E non fa molta differenza l'esito che egli deciderà di dare all'eterno conflitto con l'ex alleato Berlusconi. Certo, siamo in tanti a sperare che il cerino venga finalmente smorzato e la spina staccata, non tanto e non solo per un sentimento antipatizzante verso l'uomo di Arcore quanto invece per arrestare il declino e le gravi sofferenze sociali che attanagliano il Paese da ben tre lustri. Anche io, che non sono organico agli ambienti finiani pur guardandoli con estremo interesse (sono tra i firmatari del Manifesto di ottobre per una nuova "res publica"), nella prospettiva auspicabile di una più ampia aggregazione che vada oltre i recinti culturali del ventesimo secolo faccio il tifo per una soluzione definitiva.
Ma da osservatore un poco attento alle vicende della politica comprendo che domattina, quando su quel palco di Perugia prenderà la parola Gianfranco Fini, sarà comunque posto un ulteriore macigno sulla dottrina berlusconiana. Perchè il disintegramento della cosiddetta seconda repubblica, che coincide appunto con l'esperienza istituzionale del Cavaliere, continuerà a velocità sostenuta e a prescindere da un appoggio esterno o da una mozione di sfiducia o da un ribaltone parlamentare. Il tramonto del periodo più fosco, bizzarro e controverso della politica nazionale dal dopoguerra è già in atto, è qui e ora.
Una destra politically correct, liberaldemocratica e costituzionale, è senza dubbio necessaria all'Italia. Una destra di governo e delle idee, aperta al confronto e alla contaminazione con esperienze differenti ma altrettanto "laiche", animata da valori condivisibili, capace di costruire il futuro e di gestire il presente. Tutto ciò può nascere assieme a Futuro e libertà, accelerando anche la trasformazione della sinistra stessa che non può più essere relegata a un ruolo caricaturale. Occorrono soltanto pazienza e responsabilità, requisiti essenziali al ritorno di una autentica Politica del fare. Il resto è solo gossip, un inutile rincorrersi di stereotipi stantii non più applicabili all'odierno contesto sociale. Lasciamo, dunque, che lo zolfo di quel cerino si consumi naturalmente. Perchè molto presto nulla sarà più come prima e, allora sì, sarà domenica per l'intera Nazione.
L'ennesima domenica di Gianfranco Fini.

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