Ah, Mulino Bianco.. Quanto devo a questo farinoso brand, che dà il nome al mio url!
Come posso celebrarlo, se non mostrandovi quanto orrendaamente insensata sia la loro nuova campagna all’insegna di Antonio Banderas? Infatti, eccoci qua.
Lo spot che inaugura l’attuazione di questa pessima idea dura un minuto, un lungometraggio per il quale dovete smettere di fare quello che state facendo, che se no non si capisce bene.
Due bambini giocano nel grano, ma attenzione, non è Io non ho paura di Salvatores, è il Mulino Bianco, perché sono bambini ricchi: non giocano a nascondino con la miseria, questi qua, hanno il modellino d’aereo telecomandato che fa il fracasso di uno sciame di mosche sulla carcassa di una zebra.
I due si trascinano e si incitano pateticamente a vicenda, gobbi e sgraziati come troll: vieni qui, sì adesso vieni tu qui, bro! Oh cielo, un mulino! Dai, entriamo a rompere i Baiocchi alla gente che lavora!
Superando ingranaggi che nemmeno il Big Ben e improbabili lavoratori stagionali in camiciole di lino, i ragazzetti ficcanaso salgono le scale, con il fine di riprendersi sto aeromodello perduto. Il che, chiariamolo subito, è una bufalata stratosferica, perché il mulino ha le finestre doppio blindo, oscurate e chiuse; ci hanno messo mezz’ora per raggiungerlo a piedi, come fa il giocattolo ad arrivare nelle mani del mugnaio? Il bambino più sgamato fa anche la faccia giusta per l’occasione, quella smorfia lì che vedete, ma poi, senza un briciolo di istinto di conservazione, si addentrano entrambi in questa specie di covo-trappola, perché il tenebroso mugnaio dice loro, con un sospettoso accento: «venite, vi faccio vedere cosa ho fatto io!»
Seriamente, creature sante, vi pare il caso di seguire un tizio in quello che potrebbe benissimo essere un laboratorio di anfetamine? Questo qui non ci sta con la testa, peraltro: ha tirato fuori i Tarallucci da un pacco e li ha messi su una teglia fingendo di averli fatti lui. Con questo sistema, se mi aspettate cinque minuti, ritorno, che ho un’infornata di M&M’s.
«I miei Tarallucci, ancora più buoni da inzuppare!»
Ora, per quanto possiamo stupircene, quei biscotti di margarina e segatura hanno un appeal sconcertante sui due, che li impugnano come dobloni di un relitto spagnolo. E questo è niente, amici miei, perché deve ancora arrivare il momento più deprimente in assoluto: la degustazione.
«Vera pastafrolla» dice uno, sollevando il biscotto con lo sguardo di chi sta valutando l’acquisto di una cantina di Brunello di Montalcino. Poi osserva, l’esperto: «perfetti nel latte!» e ficca una mano intera nella tazza che il mugnaio gli ha preparato.
Ma figlio mio, non l’hai visto Gli Aristogatti?!
«Bravo» fa il mugnaio, non si sa bene perché. Poi si rivolge all’altro: «e tu?» (sottinteso: non hai ancora perso i sensi?)
«Ma che buoni signor mugnaio, ma come li fa?» esclama il piccino, estasiato.
No ma tu, piuttosto, come fai a non aver mai visto un Taralluccio nella tua vita?
Il mugnaio sa perfettamente di averli in pugno, ma è svitato forte, capite, così chiama Rosita, la sua gallina, che sta seduta su una poltrona. E quando lei emette un suono, lui risponde: «con le uova fresche!».
E certo che non ha senso, non venite a dirlo a me.
Al che, il bambino risponde con un tristissimo: «Rosita, sei troppo avanti!»
In proposito, mio dolce, ingenuo pubblicitario, son dieci anni che i bambini non dicono “troppo avanti”. Ammesso che l’abbiano mai fatto davvero.
Lo spot si chiude con i due fanciulli che tornano a casa facendo svolazzare l’aereo, senza che si sappia nulla su quello che è accaduto in quel malfamato mulino in cui tutti lavorano in nero alle dipendenze di un uomo completamente svanito. Nessuno sembra essere andato a controllare cosa succeda in quel postaccio, il che è inaudito se considerate che ci sono almeno quattro valenti motivi per madarci le forze dell’ordine, fosse solo in visita.
1. Questo ha per unica amica una gallina
..che lo guarda con un risentimento tale, che secondo me una di queste notti gli cava gli occhi. Meritano davvero uno sguardo attento le espressioni di Rosita: se riuscite a non farvi distrarre dai vaneggiamenti sul vapore ed il riso di Banderas, vi godrete delle facce di commiserazione sdegnata, tra il “poraccio” e il “lasciami in pace, cretino”.
2. Nel mulino si svolgono nebbiose presentazioni in stile Avon
..in cui il bell’Antonio fa una propaganda smisurata ai Flauti e le mamme se lo spogliano con gli occhi; specialmente quella alla sua destra, che addenta la merendina nel modo più evocativo possibile e annuisce stupidamente ad ogni ingrediente citato.
I figli, dal canto loro, hanno quell’entusiasmo esagerato da stadio nei confronti dei Flauti offerti. Solo il bambino asiatico sembra aver capito che da quella gita non può venir fuori niente di buono.
«Buonissima la semplicità» dice una creatura appena svezzata, che non ha idea del suo nome, figuriamoci dell’astrazione concettuale della semplicità. Ma tutti ridono, ah ah, sti bambini. Ma per piacere.
3. Il mulino manca di ogni regola di igiene
Spiegatemi cosa spinge due ragazze ad attraversare un campo di grano con lo scooter, all’alba.
Siamo in ritardo, cerchiamo di farci perdonare da papà, dicono. E quindi fate una deviazione che vi porterà a casa due ore ancora dopo. No, ma siete intelligenti.
Tanto intelligenti che una di loro puccia il dito sporco di chissà cosa nella crema da farcitura. Mentre a me è venuto un infarto, a Banderas è venuta una faccia che non si può descrivere, si può solo guardare e usare come spunto di meditazione.
La perla, però, giunge nel finale. Il mugnaio, dopo un commento muto ma eloquente sulle due, si guarda intorno, tuffa il cornetto nella crema e lo addenta sbavoso, mentre briciole infime cadono dentro la cioccolata con la quale farcirà il resto dei cornetti che stanno cercando di venderci.
4. Il mugnaio è chiaramente integrato nel substrato criminale nazionale
«Tanto non mi vede nessuno!»