L’eredità di Mackinder: la conferenza alla Sapienza

Creato il 06 novembre 2013 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR

“L’eredità di Mackinder”: questo è il titolo della conferenza organizzata dall’IsAG e svoltasi mercoledì 30 ottobre presso l’ex Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Sapienza di Roma, in occasione dell’uscita di Halford John Mackinder: dalla geografia alla geopolitica. Scritto da Daniele Scalea, è il titolo inaugurale della nuova collana IsAG-Fuoco battezzata “Heartland” e dedicata alla teoria e storia della geopolitica.

L’incontro è stato aperto dal professor Fulco Lanchester, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche, il quale ha voluto inquadrare la figura di Mackinder nel dibattito sullo jus publicum europeo e il contrasto tra terra e mare. Il libro di Daniele Scalea – ha spiegato il prof. Lanchester – analizza il pensiero di Mackinder alla luce del tema dello Stato potenza, ancora attuale. Il Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche ha infine auspicato la realizzazione d’un secondo tomo, che spieghi cosa resta di Mackinder.

Paolo Sellari, professore di Geografia politica ed economica alla Sapienza, ha sottolineato la relazione ormai consolidata tra il primo ateneo romano e l’IsAG. Ha inoltre spiegato come il volume di Scalea rappresenti un punto di partenza e non d’arrivo per lo studio di Mackinder e della geopolitica. Si tratta di un ottimo libro ricco di informazioni, note biografiche e bibliografia. Il professor Sellari ha infine ricordato che Mackinder anticipò l’ascesa continentale della Cina, che oggi investe in ferrovie transeuroasiatiche verso l’Europa come alternativa ai trasporti marittimi.

Maria Paola Pagnini, preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Niccolò Cusano, ha rammentato come trent’anni fa, quando aprì a Trieste il suo dottorato in Geopolitica, riuscisse a ottenere fondi solo da privati, costretta quasi alla clandestinità dall’ostracismo accademico verso la materia. La geopolitica è, secondo la professoressa Pagnini, passione, un tunnel da cui non si riesce a uscire. Lo stesso volume di Scalea è frutto – ha affermato la relatrice – della passione geopolitica, tanto da contenere in sé tre libri: uno spaccato della geografia ottocentesca, un’ampia biografia di Mackinder e un’analisi del suo pensiero. Un quarto libro lo si potrebbe individuare nelle abbondanti citazioni dalle opere originali dell’autore britannico. Un altro esempio dell’ammirevole passione geopolitica dell’Autore è, secondo la professoressa Pagnini, che abbia incluso una bibliografia completa e riordinato l’archivio dei “Mackinder Papers” a vantaggio degli studiosi successivi.
Tuttavia Mackinder, secondo Maria Paola Pagnini, non è attuale se non nella misura in cui il suo pensiero è parte della scienza intesa come sommatoria di pensiero. La geopolitica non si può considerare una scienza, bensì una riflessione sulle conseguenze spaziali dell’azione politica. Vista la scarsa conoscenza degli autori classici della geopolitica, la professoressa Pagnini ha giudicato utilissimo il libro ed espresso l’auspicio che sarà continuata la serie della collana “Heartland”.

Secondo Matteo Marconi (Università degli Studi di Sassari) il libro combina leggibilità e rigore scientifico, ponendosi quale base per ulteriori studi. La formazione storica di Daniele Scalea traspare nella concentrazione sui contesti. Finora Mackinder era stato giudicato politicamente, ma Scalea cerca di smantellare l’apparato concettuale di opere decostruttiviste come quella di Gerry Kearns. Mackinder, secondo il dottor Marconi, non è completamente ascrivibile all’epoca vittoriana: il suo è un imperialismo non tradizionale (non nazionalista e che non prevede lo sfruttamento della periferia).

Gianfranco Lizza, professore di Geografia politica e direttore del Master “Geopolitica e sicurezza globale” alla Sapienza, ha parlato del libro di Scalea come di una ricerca puntuale e meticolosa, che, vista la complessità del personaggio, non avrebbe potuto trattarlo altrimenti. Dissentendo dalle opinioni espresse da un relatore precedente, il professor Lizza ha affermato che la geopolitica non ha avuto il tempo per diventare una scienza perché subito tacciata di militarismo. Essa è però una scienza che scopre il lato geografico della politica, che è filosofia e arte. Le teorie di Mackinder oggi non sono più valide, ma il geografo britannico fa ripensare la carta in termini di potenza e risorse, fa pensare al domani, invita a non fermarsi mai. La geopolitica non è quella banale di cui si parla sempre, ma è molto più complessa.

Daniele Scalea ha quindi rivolto un saluto e un ringraziamento ai relatori e al pubblico. Il professor Paolo Simoncelli ha invece pronunciato un omaggio per Gianfranco Lizza, alla sua ultima uscita ufficiale come professore ordinario prima d’essere messo a riposo. L’IsAG ha perciò voluto omaggiare il professor Lizza di un Diploma d’onore per il suo essenziale contributo all’avanzamento e divulgazione della geopolitica: Tiberio Graziani, il presidente dell’IsAG, ha ricordato i grandi meriti del professor Gianfranco Lizza, cui l’uditorio ha tributato una giusta ovazione.


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