Il Mercato di mezzo è uno spazio luminoso e pieno di cose buone, molto vicino alla Piazza Maggiore di Bologna. È qui che, alle 12 di una domenica mattina bianca e fredda, Squaz ha presentato, durante il BilBOlBul, il suo L’eredità, la graphic novel culinaria pubblicata in settembre da GRRRZ.
È il luogo perfetto per il suo libro, una storia familiare insaporita dalle ricette di casa.
L’Eredità – racconta l’autore di fronte al pubblico – è il risultato di una specie di vendetta di mia madre sulla zia Elsa, una donna di chiesa totalmente incapace ai fornelli, che un giorno scrisse e firmò un ricettario. Ho voluto riscattare le pene di mia madre di fronte a quella pubblicazione, della quale non riusciva a darsi spiegazione. Ghersetti e Benei mi han dato la possibilità di unire le idee che compongono il libro in un prodotto di qualità
Pasquale Squaz Todisco e Andrea Benei di GRRRz
Ma L’Eredità non è un semplice ricettario, piuttosto è una storia a fumetti, raccontata con ritmo e ironia, attraverso un codice che rimanda alla tradizione del sud Italia, che veste i personaggi con le maschere della commedia dell’arte.
Solo più tardi, scrivendo la storia, mi sono reso conto di come fosse un libro sulle relazioni familiari e sull’allontanamento talvolta difficile o quasi impossibile dalla casa materna, un dramma condiviso nelle famiglie del sud – dice ridendo – e più arduo ancora in questi momenti di crisi. Ho cercato di indagare questa dinamica con gioia e spensieratezza – oltre che con buonissimi sapori, aggiungeremmo. Questo si fa dando dinamismo ai dialoghi tra i personaggi con un tono che sia scherzoso, ma al tempo stesso intenso e problematico, del tutto normale, del resto, nella maggior parte delle famiglie del sud.
Squaz dedica le copie a fine presentazione.
È un’umanità familiare, nel senso proprio del termine, quella che seduce il lettore, raggiunta attraverso la giusta quantità di ingredienti autobiografici e di invenzione.
Nella costruzione narrativa le maschere sono una cifra per rappresentare una situazione più che i personaggi in sé. In questo senso, il richiamo al teatro di De Filippo, la divisione in atti, o quadri, il ritmo dei dialoghi, è voluto.
E i riferimenti alla cultura napoletana sarebbero potuti andare oltre, come racconta l’autore:
Per la quarta di copertina avevo chiesto a Lello Arena, che non ha accettato, ma ha provato poi le ricette, ammettendo che il libro gli aveva ricordato certe delizie dimenticate…
Per me le ricette hanno molto peso nel libro, in fondo i ricettari sono i primissimi libri interattivi, che richiedono al lettore di mettersi a fare e non solo a leggere.
Anche l’elemento onirico è presente.
Il fumetto è uno spazio privilegiato, è il mondo narrativo della pura immaginazione. Quindi è una risorsa preziosissima e propria del mezzo. Probabilmente mi affascinava la possibilità di inserire altri piani narrativi oltre a quello di realtà; così sono riuscito a far svenire il protagonista e a far scivolare Eduardo De Filippo nel testo (rappresentato senza maschera).
Mentre aspettiamo le polpette di melanzane preparate per la presentazione secondo la ricetta del libro, Squaz inizia ad autografare le copie di un libro completo e trasversale:
Ci sono tantissimi spunti e elementi della mia storia personale e del sud, ma lo considero un libro diretto a tutti e, in fondo, un libro di un figlio di una mamma italiana
che, come conferma l’editore, ha suscitato l’interesse anche di lettori non di fumetto.