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L’esercito ottomano da Candia a Passarowitz, 1645-1718

Creato il 07 gennaio 2012 da Istanbulavrupa

L’esercito ottomano da Candia a Passarowitz, 1645-1718Bruno Mugnai, L’esercito ottomano da Candia a Passarowitz, 1645-1718 (Venezia, Filippi, 2 vv., 1997-8)

I conflitti fra le potenze cristiane e l’Impero Ottomano presentano caratteristiche del tutto diverse dalle altre guerre combattute in Europa. Lo scontro dilatò a tal punto la rivalità che portò gli schieramenti a un confronto di tipo ideologico. Nella mentalità degli europei cristiani si impresse in modo duraturo l’immagine del Turco violatore di territori, città, ricchezze e uomini; la lotta assunse i connotati di una tremenda sfida vissuta all’insegna dell’imbarazzo, della vergogna e della paura. I toni adottati dalla letteratura occidentale per descrivere gli ottomani somigliano a quelli che recentemente si usavano nei confronti del blocco comunista e dell’Unione Sovietica e probabilmente non è un caso se certe profezie sul sultano, quale quella del suo arrivo a Roma per abbeverare il cavallo in San Pietro, sono sopravvissute fino al secondo dopoguerra, sostituendo al Gran Turco i cosacchi dell’armata rossa. Contemporaneamente alla ripresa espansionistica dei sultani ottomani, si stamparono in tutta Europa relazioni, resoconti e memorie degli avvenimenti principali, illustranti la lotta fra l’occidente e il sultano, tanto che, solo per citare l’episodio culminante, non esiste in tutta Europa una città che nel proprio archivio non custodisca una testimonianza sulla liberazione di Vienna dall’assedio del 1683. Di conseguenza una gran parte delle fonti che ci parlano dell’esercito ottomano sono opera dei loro avversari polacchi, austriaci, ungheresi, russi e italiani.

Da queste basi prende le mosse questo saggio, che tratta l’organizzazione, la composizione e la storia dell’esercito della Sublime Porta, partendo dalle informazioni contenute nelle fonti occidentali coeve. Questo approccio, nonostante l’origine parziale delle informazioni, ha permesso l’esame critico delle fonti e la formulazione di una visione non condizionata dai luoghi comuni che spesso si incontrano in argomenti del genere, restituendo una visione neutrale della complessa macchina militare ottomana, rappresentata con tutto il suo raffinato e sontuoso apparato di costumi e armi. La parte più consistente del lavoro è infatti dedicata alle diverse tipologie di abbigliamento e alle insegne dei diversi corpi dell’esercito, la loro evoluzione e il significato dei diversi simboli. Il testo è accompagnato da numerose illustrazioni a colori e in bianco e nero, opera dell’autore stesso.



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