Ci siamo. Dopo la diagnosi siamo alla cura: la prima.
Così su due piedi ci hanno anticipato l'appuntamento di una settimana ed è stato pure un bene, perché non ho avuto modo di rimuginarci sopra più di tanto ed anche le notti insonni, aspettando il nostro turno, sono state poche.
Premetto che lei, la dentista, non mi piace.
E' dolce e delicata nei modi ma ha anche la supponenza di chi sa, e non vuole intromissioni e interferenze, il problema, però è che lì seduto c'è mio figlio e a costo di passare per la mamma scassap....e, carta bianca senza che io capisca cosa sta facendo, non l'avrà. Per lei sarà naturale avere un bambino a bocca spalancata lì davanti, ma per me no, quindi se mi vede non convinta e magari dentro di se sbuffa pure, io me ne frego.
Perché l'ho portato qui?
Perché è lo studio migliore che ci sia in zona, e so che sanno il fatto loro, soprattutto in fatto di bambini, quindi ho preso coraggio e gli ho affidato mio figlio con il sorriso più vero che ho trovato, con le mie paure poi farò i conti da sola!
Una madre ansiosa è proprio quello che, in occasioni come queste, non serve ma io, se necessita, so recitare, quindi le mie paure, lui non le sentirà, la dentista su questo può dormire sogni sereni. In altre parole, lei faccia il suo lavoro e bene, che io faccio il mio!
La procedura, come raccontavo l’altra volta, prevede l'assenza dei genitori ma questo se lo sognano: o io o il Principe, sorridendo, ci saremo, sempre. Punto.
Ecco, stavolta, ad esempio, tocca a lui, io sto qui in sala d'attesa, in realtà sono sul ciglio della porta a captare qualsiasi rumore sospetto e pronta a scattare se fosse necessario: sono una pessima paziente e chi se ne frega, Il Principe, per tranquillizzarmi, da dentro, mi manda pure un messaggio "Bene", rispondo "Ok".
Aspetto e ascolto. Il Nulla.
Nemmeno il rumore degli strumenti, ho il sospetto che abbiamo chiuso la porta ed io potrei mordere per questo.
Sono lì da una mezz'ora e non si sente nulla. Mah! Sono in apnea. Poi d'improvviso la sua voce e torno a respirare. Eccoli uscire, ha le guance rosse rosse e pure le orecchie, è la tensione che si è sciolta, ma sorride e questo a me basta. Ha un premio tra le mani ma la realtà, che spiega tutto quel silenzio, è che non si è lasciato praticamente toccare, è stato fermo sì, ma a bocca chiusa, oppure a bocca aperta ma muovendo la lingua.
"E' un bambino piuttosto difficile da convincere" mi dice, elencandomi tutte le teorie in cui, da dentista crede e che, nessuna, coincide con quelle sostenute dal pediatra, giorni fa.
Una è l'esperta dei denti, e dice bianco, l'altra, l'esperta dei bambini,e dice nero, io invece ho un bambino che ha problemi ai denti e non so a chi delle due dare ascolto. Forse mi servirebbe un terzo parere, ma mi conosco, so che peggiorerebbe le cose. Venire qua è stata la scelta più saggia, questo è quello che mi dice l’istinto, ed io, di me, mi fido. Da qui al prossimo anno, abbiamo un appuntamento a settimana, qualcosa ne verrà fuori, di sicuro io invecchierò precocemente ma diventerò pure molto più coraggiosa.