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L’essenziale è stare all’erta e riscrivere

Da Marcofre

Ma l’essenziale è questo: sta’ all’erta, vigila e suda, riscrivi anche cinque volte il medesimo racconto, accorcialo, ecc.

 

Uno degli aspetti più interessanti e meno indagati è il modo grazie al quale si arriva a completare un racconto. Qui parla ancora Anton Čechov, i suoi consigli sulla scrittura. Per chi fosse interessato: si tratta del librino “Senza trama e senza finale”, pubblicato da Minimum Fax.

Perché il modo che produce un racconto è il meno indagato? Perché ciascun autore ne ha uno suo proprio. Quindi niente regole, solo linee guida.

Certo, per i fautori dell’ispirazione, del “Buona la prima” (stesura), queste dello scrittore russo sono affermazioni insolite. Ci si difende affermando che “Io sono diverso”. È vero.

Ma scrivere quattro romanzi in quattro mesi non è essere diverso, ma solo non sapere di che si scrive e di che si parla. Fine.

Solo chi resta alla superficie può credere che la prima stesura sia buona. Chi ha un poco di dimestichezza con la realtà, sa che è brutta, sporca e cattiva. E che bisogna amarla non per redimerla, ma perché non ne esiste un’altra. Oppure, se si preferisce: perché nessuno la ama. Ma tutti la vogliono riformare. Migliorare.Educarla al progresso, per il suo stesso bene, s’intende. E questo è un modo originale per mascherare il proprio odio per essa. Che balza fuori non appena la realtà mostra le lingua, e sferra un pugno.

Chi ha dimestichezza con la realtà è d’accordo con Čechov. Gli altri, e sono la maggioranza, battono le mani davanti al vetro della televisione.


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