Magazine Cultura

L’estate è giallo: riflessioni intorno a un cliché

Creato il 27 luglio 2012 da Temperamente

La gonna jeans corta e il top le coprono il bikini colorato, lasciando intravedere solo il laccetto legato dietro al collo. La ragazza riempie la borsa capiente di creme solari, telo mare, bottiglietta d’acqua e corre verso lo scaffale della libreria per afferrare un libro, ma non sa bene quale. Scorre velocemente titoli e autori: L’incredibile leggerezza dell’essere, Dostoevskij, La metamorfosi, Ritratto di signora, Moravia, Goethe, Orgoglio e pregiudizio… No: la sua mano sfiora e poi stringe con decisione un George Simenon e lo getta alla rinfusa nella borsa, pronta per una giornata al mare.

L’estate è giallo: riflessioni intorno a un cliché
È una scena già vista, che puntualmente si ripete durante l’estate nelle case dei lettori italiani. Ormai il binomio estate/giallo è diventato un cliché: se nei mesi freddi riteniamo di essere abbastanza lucidi da dedicarci a “romanzoni” di più di mille pagine (penso a un’Anna Karenina o a un Infinite jest), durante la calura estiva il solo guardare il dorso troppo spesso di tomi che pure intendiamo leggere prima o poi aumenta la nostra sudorazione. Così optiamo per letture che siano meno impegnative e che allo stesso tempo ci catturino. Strano, se si pensa che, paradossalmente, in estate si dispone di molto più tempo da dedicare alla lettura e che di conseguenza si potrebbero affrontare senza assilli di qualsivoglia natura le dense pagine dell’Ulisse o de La morte a Venezia, mentre in inverno bisogna fare i conti con lavoro/pensieri/studio/stanchezza.

Ma è davvero così radicata nell’animo del lettore l’idea che alla parola “estate” corrisponda il concetto di “lettura poco impegnativa”, nella fattispecie “romanzo giallo”? Cos’ha un giallo che nei mesi caldi manca a un classico? Be’, per quanto mi riguarda non leggo gialli né in estate né in inverno. E no, non lo faccio per snobismo o perché creda sia una letteratura minore (ahimè, so perfettamente che è un grande errore perdere capolavori come Dieci piccoli indiani, le avventure di Maigret e quelle di Sherlock Holmes e che anche i romanzi di Fruttero e Lucentini, Vargas, Camilleri, Vázquez Montalbán e compagnia bella sono degni di lettura), ma semplicemente perché almeno per il momento il genere non mi attrae tanto quanto altri libri che hanno la precedenza nella mia personalissima scala di lettura. Però che in estate non mi dedichi a letture chissà quanto impegnative è un dato di fatto: per quanto desiderio abbia di tuffarmi nei romanzi del mio amato Dostoevskij o di scoprire la scrittura di D. F. Wallace, Faulkner, McCarthy, non riesco proprio ad aprire le opere dei su citati autori in questo sudoriparo periodo dell’anno. E allora, fra un tuffo in acqua e uno nei libri, preferisco dedicarmi ad altri scrittori.

Insomma, dopo questo lungo e delirante vaniloquio, giro la questione a voi: estate = giallo? Fate anche voi parte della schiera di lettori che si fidano dei (talvolta tremendi) biblio-suggerimenti di quei settimanali che contribuiscono a radicare il concetto che in estate si debbano leggere soprattutto gialli? O siete abbastanza autonomi da dedicarvi a quel che vi pare, magari un bel Dottor Živago (almeno per autosuggestionarvi e credere di essere immersi in un freddo paesaggio innevato per dimenticare il caldo afoso)? A voi la parola.

Angela Liuzzi


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine