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L’etica impossibile che salva la vita di P.

Creato il 10 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Come fa l’India a diventare moderna con quella religione così antica, naturale, animalista, in un mondo in cui gli animali e l’ambiente non sono altro che oggetto da lavorare e sfruttare? “La vita di P.” Dimostra che invece è possibile, anzi reale. Il protagonista (P. da Piscine, l’assurdo nome che il padre maniaco cultore di piscine gli ha dato) è un ragazzo indiano che si raccapezza nel suo bizzarro e stravolto ambiente sociale passando da una religione all’altra, convertendosi a tutte quelle che incontra: Islam, Cristianesimo, religione indiana politeista…. Pare un ragazzo napoletano che sopravvive inventandosi una vita in un modo che non ê ben chiaro neppure a lui.
Un naufragio lo abbandona nell’oceano pacifico, solo con una tigre. Che P. si rifiuta di uccidere. Sarebbe orribile. La tigre ha un nome umano, quello di chi l’ha donata allo zoo della famiglia di P.
Chiunque ucciderebbe la tigre, ma poi morirebbe di fame e sete su quella scialuppa nel Pacifico. L’intuizione di P. è che la tigre lo costringe a star desto e a pensare. Mille peripezie, però il ragazzo salva continuamente la vita alla tigre che gli impedisce di disperarsi e lo costringe a essere vivace, attento, a razionare l’acqua. Infinite sorprese e avventure, anche un’isola piena di bellezze naturali e di misteri quanto di pericoli.
Il caos delle religioni e il rispetto per la tigre salvano la vita al ragazzo, che con il terribile felino si salva approdando in Messico. I valori si capovolgono, la salvezza dipende da ciò che la minaccia. Vince la razionalità, partendo da una grottesca, adolescenziale, poetica miscela di mitologie che, in quel modo, hanno senso solo per P. Ma la tigre, benché salvata dal ragazzo, entra nella foresta del Messico senza nemmeno voltarsi indietro per uno sguardo di saluto. P. piange. La tigre non prova riconoscenza e amicizia come lui credeva.

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