Mentre noi ci abbassiamo le braghe davanti alla Germania e ai poteri finanziari che — come gli usurai — pretendono i nostri soldi e forse pure le nostre riserve aurifere a garanzia del debito contratto con loro (che manovrano in modo speculativo), in Europa tre nazioni stanno mostrando le palle e si stanno ribellando alla trasformazione dell’Europa in una sorta di oligarchia governata tra Berlino, Bruxelles e gli uffici delle grosse banche della speculazione, tramite un’entità antidemocratica come il Fondo Salva Stati. Parlo di Spagna, Olanda e Irlanda.
Ho detto in un post precedente del fatto che Gran Bretagna e Repubblica Ceca hanno letteralmente mandato affanculo la Merkel e il suo Fondo Salva Stati. I due paesi non hanno aderito e hanno preferito conservare la loro sovranità monetaria ed economica. Ebbene, ora anche la Spagna — con Rajoy — inizia a mugugnare. Inizia a capire che l’Europa sta prendendo una brutta piega e sta diventando un’entità governata oligarchica e autocratica.
La Spagna ha pertanto detto stop. Ha fatto intendere che se la Merkel vuole il debito spagnolo al 4,4% del PIL, il governo spagnolo si è prefissato un rapporto più alto (intorno al 5,8%). Secondo Rajoy infatti il paese iberico ha già dato e la fase recessiva è tale che aumentare le tasse è da suicidio… o da omicidio, dico io. L’omicidio di un popolo. E del resto, gli spagnoli sono con lui:
Il Paese non è in vena di subire umiliazioni da un Cancelliere che si appropria di tutti i risparmi d’Europa e non ascolta nessuno, come fosse il padrone assoluto dell’Unione…
L’Olanda dal suo canto ha iniziato un percorso di riflessione sull’euro. Il partito della Libertà (niente a che vedere con il carrozzone del PDL italico, vendutosi a Monti, tradendo il suo programma), ha dichiarato che l’Olanda prima dell’adesione all’euro aveva una crescita pari al 3,3%, mentre ora è della metà. In altre parole, secondo Wilder (leader del PDL), sull’Olanda e in generale sui paesi del nord Europa pesano l’unione e le difficoltà dei paesi del sud Europa (come l’Italia, la Spagna e la Grecia). Da qui l’opportunità di uscire dall’euro e tornare al fiorino.
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Infine, in Irlanda, il popolo si rifiuta di pagare la tassa sulla casa (la nostra IMU), considerata ingiusta e iniqua. Una vera e propria protesta sociale che è destinata a segnare gli equilibri politici in un paese piuttosto orgoglioso e fortemente nazionalista.
E in Italia? Oh, beh, ne ho già parlato. In Italia ci si è calati le braghe già da un po’ davanti a Germania e banchieri, mettendo Monti a capo del Governo. La pressione fiscale ormai sfiora il 50% del reddito prodotto, ed è destinata ad aumentare vista la mania dell’attuale esecutivo dei tecnici di trovare le risorse non in un ragionato risparmio di spesa (magari tagliando i privilegi della casta politica e gli sprechi), ma nell’aumento progressivo della pressione fiscale e nell’azione depressiva sulle fasce medio-basse. Siamo in una pesante fase recessiva che non promette nulla di buono e che sta creando sofferenza, dolore e disoccupazione. La gente è esasperata e non ha più di che vivere, e molti imprenditori si stanno suicidando. Roba da ’29. Il tutto – ricordiamo – con la complicità della classe politica che sta svendendo la Patria allo straniero e si preoccupa solo di non perdere il tesoretto dei rimborsi elettorali.
Consoliamoci con lo scandaletto leghista e le dichiarazioni di Daniela Santanché su Nilde Iotti e la Minetti. Queste sì che sono notizie importanti secondo gli organi di informazione, vergognosamente omertosi sul vero stato della crisi e su quello che si prepara nel nostro parlamento a danno del popolo italiano: la perdita integrale della sovranità politica e monetaria in spregio della nostra Costituzione!
Fonte: Effedieffe
di Martino © 2012 Il Jester