Antonella Beccaria riprende sul suo sito un dossier pubblicato da Peace Reporter dal titolo L’Europa delle destre: La mappa dell’avanzata dei partiti populisti e xenofobi nel nostro continente, a cura di Luca Galassi.
In tempi di profonda crisi economica e sociale, come illustrato benissimo per il nostro Paese dall’ultimo rapporto Istat, il rischio che le file dei movimenti razzisti e populisti si riempiano di nuovi aderenti e militanti è molto alto.
Se il voto alle destre riflette condizioni diverse da Paese a Paese, ad accomunare tutti è l’identificazione dello stesso nemico, individuato nell’altro, nel diverso, nello straniero. Contro di esso, l’elettorato si chiude, rilanciando nazionalismo e protezionismo. Questo prende forme spesso xenofobe, e influenza l’azione di governo nell’elaborazione di misure anti-immigrati: dalla sospensione di Schengen al divieto di indossare il velo, al bando sulla costruzione di moschee e via dicendo.
I migranti, come da anni anche nel nostro Paese, sono i primi bersagli. Ma il percorso di marginalizzazione sociale rischia di coinvolgere parti sempre più ampie di popolazione. E il populismo è un rischio che non riguarda solamente i movimenti di estrema destra, come sottolinea Wu Ming 1, analizzando il linguaggio di quelli che definisce “cripto-fascisti”, identificabili dietro lo slogan “né destra, né sinistra”.