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L’Europa tra strategie e casi diplomatici

Creato il 22 marzo 2012 da Fabio1983
Oltre alla riforma del mercato del lavoro, che in ogni caso potremmo annoverare tra le questioni per cui è stato chiamato in causa, il governo Monti è alle prese con diverse gatte da pelare a partire dalle recenti crisi diplomatiche che coinvolgono nostri partner strategici. Il caso di Franco Lamolinara, l’ingegnere italiano morto in Nigeria dopo il fallito blitz delle teste di cuoio britanniche, è avvenuto l’indomani di una stretta collaborazione tra Monti e Cameron in ambito comunitario. I due leader, infatti, sono stati i principali artefici della lettera a Bruxelles (insieme a Olanda, Estonia, Lettonia, Finlandia, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svezia e Polonia) in cui si richiedevano prospettive di crescita e di sviluppo sconfessando le politiche ultra-rigoriste di Germania e Francia. Ma anche se c’è ancora molto da chiarire sulla vicenda in Nigeria, i rapporti tra i due partner europei di certo non sono a rischio. A suggerirlo, interpellato da T-Mag sull’argomento, è Massimo De Leonardis, professore ordinario di Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali e docente di Storia dei trattati e politica internazionale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Gli spazi di manovra, avverte il professore, “sono di diversa portata”. “Il caso Lamolinara – spiega De Leonardis – è un fatto doloroso, ma circoscritto, che non dovrebbe certo danneggiare un’intesa strategica sulla crescita economica. È vero che esso è il riflesso di un approccio tradizionalmente differente sul modo di affrontare i rapimenti, ma dopo le molte prove fornite dai militari italiani nelle missioni all’estero possiamo considerare del tutto superati i tempi di quando la stampa popolare britannica ironizzava sulle piume dei bersaglieri sbarcati a Beirut nel 1982. Inoltre va rilevato che nella Ue, al di là dell’asse franco-tedesco, che per ora resiste, ormai da tempo si vedono alleanze a geometria variabile su singole questioni. Non sopravvaluterei quindi la portata dell’intesa tra Monti e Cameron”. Discorso a parte merita invece la vicenda dei marò italiani accusati di avere ucciso due pescatori indiani. Tra i Paesi dell’Unione europea, l’Italia è il quarto partner commerciale dell’India. Quanto può influire nei rapporti l’attuale alterco diplomatico? “Qui il caso è assai diverso – afferma il professore -, ci troviamo di fronte ad evidenti violazioni, da parte dell’India, del diritto internazionale. Ciò non deve peraltro sorprendere troppo, considerando che il diritto internazionale ha natura pattizia ed esprime i rapporti di forze esistenti nel sistema internazionale. A metà del secolo XIX per un’offesa assai meno grave ad un suddito britannico Lord Palmerston mandò una squadra navale ad Atene. Oggi l’India è una potenza di rilevanza mondiale; l’Italia no. Pragmaticamente c’è da sperare che, passate le elezioni in India, si troverà la soluzione per riportare in patria i nostri marinai. Dopo dovremo interrogarci seriamente sugli eventuali errori commessi dalla catena di comando che hanno portato alla consegna agli indiani di due nostri militari e studiare nuove regole che impediscano il ripetersi in futuro di simili episodi”.
(continua su T-Mag)

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