Quando tornerà a crescere l’Italia? L’anno prossimo! Certo, l’anno buono è sempre quello “che verrà”, ed avanti di questo passo si va all’infinito. Nel frattempo, naturalmente, le cose continuano a peggiorare.
Ma se finora, col passare dei mesi, tutti gli Istituti, pur riducendo drasticamente le previsioni di crescita per il nostro Paese, avevano lasciato comunque (forse per compassione) un flebilissimo segno più davanti alla stima del nostro Pil per l’anno in corso, ora è calato anche questo tabù.
L’agenzia di rating internazionale Moody’s proprio ieri ha pubblicato uno studio sull’economia italiana prevedendo, per il 2014, l’ennesima recessione, il nostro Pil, infatti, si prospetta che possa nuovamente calare (-0,1%).
Ma la cosa forse ancor più preoccupante dello studio pubblicato dall’Agenzia americana è che si delineano tensioni fra l’Europa, ed in particolare la Germania, ed il nostro Paese, il motivo è sempre quello, Bruxelles (o Francoforte, fate voi), preme per “metterci la badante in casa”, mentre Renzi si ribella.
Sia ben chiaro, “si ribella”, è un modo di dire, non è che il nostro Governo non voglia eseguire gli ordini provenienti dall’Europa, figuriamoci, siamo sudditi e possiamo solo ubbidire, il fatto è che Renzi non vuol passare per quello “incapace di intendere e di volere” e quindi bisognoso di un tutore o curatore, bensì necessiti solamente di un “amministratore di sostegno”, qualcuno cioè che lo aiuti nella gestione delle proprie risorse e gli indichi le scelte da compiere facendole apparire però, in maniera pietosa, come decisioni autonome.
Insomma Renzi punta i piedi e dice a Bruxelles, “ditemi cosa devo fare e io la eseguirò, ma non esautoratemi completamente facendomi fare la figura dell’interdetto”.
Che il messaggio del nostro Premier sia di questo tipo risulta chiaro anche dalle anticipazioni sulla prossima manovra che, ancora una volta, per l’ennesima volta, riguarderà il carico fiscale e quindi non potrà che risultare di nuovo recessiva.
Non solo, ma saranno puniti, come sempre, i lavoratori autonomi, coloro quindi che si guadagnano da sé la pagnotta, senza aiuti pubblici, e che sostengono (non si sa fino a quando) il nostro Paese.
Eh sì, perché praticamente è già stata annunciato dall’accoppiata Renzi/Padoàn che verranno tolte parte delle detrazioni fiscali, una manovra che equivale banalmente ad un aggravio del peso fiscale proprio sulla categoria degli autonomi già gravata da una pressione assolutamente insostenibile.
Insomma è come se ad un malato, che ha gravissimi problemi respiratori, togliessimo in misura sempre maggiore l’ossigeno, le conseguenze non possono essere altro che infauste.
Agli italiani, quindi, non rimangono che due strade, andarsene da questo Paese, oppure … la rivolta fiscale. Rifiutarsi cioè di versare le imposte oltre un certo limite ed utilizzare le risorse, che si vengono così a rendere disponibili, per investimenti che possano portare nuova crescita e sviluppo.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro