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L’evoluzione della professione infermieristica e la realta’ tra le corsie

Da Maricappi
L’emissione del documento Ministero-Regioni, che ci illustra l’evoluzione della professione infermieristica, è un documento importante ma che tuttavia ha dei lati oscuri. Non si capisce come mai, agli infermieri italiani vengono attribuiti compiti sempre più autonomi, rilevanti, di responsabilità,  ma di aumenti di salario non se ne parla. Va bene, c'è il blocco degli stipendi sino alla fine del 2015, viviamo in un momento di grave crisi economica, ma almeno un cenno, un accenno.
L’evoluzione professionale passa anche attraverso la remunerazione. Non si possono aumentare le competenze allo stesso prezzo.
Questione di commercio equo e solidale.
Ciò che forse non sanno, chi stipula questi accordi, compreso le dirigenze infermieristiche, o meglio, fanno finta di non sapere, è che molte di queste pratiche gli infermieri già le svolgono, in un clima di grande difficoltà. 
Accanto a competenze che diventano sempre più tecniche e specifiche, e che ci vengono delegate dai medici solo perché loro non amano più farle, continua ad esserci un mondo parallelo che vede molti infermieri, anche in terapie intensive, svolgere compiti che dovrebbero essere delegati agli OSS. 
Addirittura ci si trova a dover lavare le padelle, in mancanza di quel personale di supporto che dovrebbe farlo fiancheggiando l’infermiere nella sua attività. 
Il disagio in cui versa il Sistema Sanitario italiano non può ricadere soltanto sulle spalle degli infermieri che, badate bene, sono contenti di vedere crescere la propria professione, aumentare le conoscenze, il tecnicismo, ma non possiamo portarci contemporaneamente dietro tutta la zavorra del passato, divisi tra il vecchio ausiliare e il nuovo che avanza dinanzi al disavanzo sanitario.
L’infermiere fiancheggia il medico, che è ben contento di delegarci cose che lui non ama più fare, senza però essere riconosciuto sulla carta altrimenti sarebbe un rubare competenze alla loro professione, dunque è necessario un ordinamento delle competenze come è anche necessario un ordinamento salariale. 
Così ci fate smettere di scimmiottare i paramedici americani illudendoci d’esserlo e lo diventiamo anche sulla carta e sulla busta paga.
E’ vero che per far crescere la nostra professione dobbiamo liberarci dei fantasmi del passato, dobbiamo smetterla di viverla con subordinazione e servilismo, dobbiamo smetterla di sentirci inferiori alle altre professione sanitarie solo perché ci fanno pulire tutte le scorie ospedaliere e non. 
E’ necessario che l’evoluzione avvenga attraverso lo studio, la conoscenze, il rigore, le competenze tecniche, la serietà professionale.
E’ bello assistere a convegni dove ci si illude di poter lavorare più vicino possibile al perfettibile. Quando poi le giornate di studio terminano e devi tornare tra le corsie, tutto ti crolla sulla testa e la frustrazione si respira nell’aria, insieme  al nostro disagio di sempre. 
E tra menti poco inclini all’innovazione, a vecchie scartoffie, ad una macchina burocratica ferruginosa, a cervelli di carta pesta, per essere garbati, alle tecnologie che non ci aiutano, anzi ci appesantiscono, a strutture fatiscenti, a gomme sgonfie, a fili mangiucchiati dall’usura, continuiamo a svolgere ancora nel 2012 il doppio ruolo, quello di OSS ed infermieri.

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