L’evoluzione ed il cioccolato

Da Pamirilla

Ovviamente sono stati i bambini, perfidi, innocenti untori. Portatori sani di virus e bacilli micidiali.
Da subito si è capito chi era più forte.
Lei: l’influenza. Mi ha spezzato la schiena e in un attimo si è impadronita dello stomaco e poi ha preso possesso più o meno di tutto. Ottimismo compreso.
Dieci giorni di vita persi, dieci giorni di giovinezza in meno, sob!
Avevo in mente, nel deliquio della malattia, di scrivere un pezzo trash ed intrattenere i miei lettori con i deliziosi e succulenti particolari della mia influenza intestinale (potete immaginare di cosa parlo, vero?)
Ma da sana l’idea non sembrava più un granché e più che trash l’ho trovata davvero disgustosa.
Essendo invece urgente recuperare un po’ di buon umore ho pensato di dedicarmi al cioccolato, che è sempre una bella cosa.
Questi dolcetti sono l’evoluzione di una ricetta di biscottini trovata, tanti anni fa, su un libricino senza pretese pescato su una bancarella. Sembrava senza pretese ma in realtà ci ho trovato delle belle ricette e con un po’ di fantasia e qualche tocchetto qua e là………EVOLUZIONE.
Eh, come i grandi rettili, Darwin e la posizione eretta.
Uhm, sarò guarita del tutto o c’è ancora un po’ di pappa nel cervello? Mah.
Ora, per qualche motivo, mi piace raccontare di questa ricetta che si è trasformata ed evoluta e non so perché mi venga in mente di far questo ma penso a quelli che non riescono proprio a pensare oltre e prendono per buono quanto gli viene detto e dato e quelli che invece non ce la fanno proprio a seguire le istruzioni e non gli va di mettere le scarpe dentro orme già fatte. E mi sembrano un po’ buffi entrambi.
E penso all’evoluzione.
La ricetta originale, come pubblicata recitava:
Biscotti croccanti al cioccolato

125g di burro morbido
370g zucchero di canna
2 uova
60g cioccolato fuso (70% aggiungo io)
80ml latte
340g farina
2 cucchiai di cacao amaro in polvere
2 cucchiaini di lievito
85g di noci pecan tritate
¼ di cucchiaino di spezie (non meglio specificate)
Essenza di vaniglia
Muble, muble…….subito lo zucchero mi è sembrato in quantità esagerata. Ho ridotto la dose a 150g.
Ho anche provato ad utilizzare 100g di zucchero di canna e 50g di zucchero bianco.In entrambi i casi vi assicuro che 150g sono giusti. Se usate dello zucchero di canna tipo semerara mettete in conto che potranno rimanere dei cristalli non ben sciolti. Tutto canna mi piace. Ma anche misto, meno rozzo. Meglio cassonade.
Ho eliminato il latte. Lo elimino sempre, un’antipatia congenita.
Ho eliminato anche le noci pecan che non è “robba nostra” e prima di sostituirle con mandorle ho provato a non mettere affatto frutta secca. E poi ho provato anche le nocciole. Nocciole e cioccolato mi fa morire!
Visto che le spezie erano lasciate all’immaginazione ho tentato chiodi di garofano (polverizzati) e pepe. Poi ho provato a togliere il pepe e mettere un poco di caffè e mi è piaciuto di più. Ho provato senza vaniglia. Per i miei gusti meglio di tutti: garofano e caffè e basta……..ma i gusti sono cosa privata, no?

Procedimento:
si lavora il burro a crema, con lo zucchero e le spezie poi si aggiungono le uova, una ad una.
Quindi si aggiunge il cioccolato fuso. Nel cioccolato fuso ho mescolato 20g di burro, ho amalgamato bene e ho aggiunto questa crema a quella di burro e uova.
Infine s’ impasta con la farina setacciata con il lievito e il cacao e si tiene in frigo qualche ora.
Formate delle quenelle con due cucchiai (o delle palline, se preferite, ma NON lavorate l’impasto con le mani) si inforna a 180° per circa 20 minuti. Occhio. Non potrete controllare la cottura dalla doratura perché i biscotti sono marroni (ovvio, sono al cioccolato) perciò non dimenticate l’orologio.
Per decorazione una nocciola o una mandorla, o, dopo cotti, un bottone di cioccolato.
E fin qui. Buoni.
Più croccanti con solo zucchero di canna e ancor più con le nocciole tritate ma non polverizzate.
Morbidi dentro e croccanti fuori con l’aggiunta di (poca) acqua. Così sono anche più omogenei.
Favolosi accompagnati al caffè.
Buoni però, consistenza monotona.
Perciò, fatto l’impasto, ho preparato una ganache con cioccolato 70% e panna nella stessa proporzione (100g dell’uno e 100g dell’altra) ed un cucchiaio di miele d’acacia. Questa ganache l’ho usata come ripieno. Poi ho fuso e temperato dell’altro cioccolato e, con il cornetto, ho decorato i dolcetti già cotti.
Un pò di colore con le codette di zucchero.
Così ecco un ripieno morbido e cremoso, guscio più consistente e glassa croccante.

Ma un doppio ripieno, come lo vedete? Tipo: un’amarena dentro alla ganache dentro all’impasto? O del pralinato????
Ci vediamo alle prossime evoluzioni………………………………un saluto a Darwin e ai dinosauri.

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