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L’Expo delle brutte figure. Prima ancora che inizi

Creato il 14 febbraio 2015 da Andrea86
L’Expo delle brutte figure. Prima ancora che inizi
Prima ancora di fare incetta di visitatori, Expo 2015 fa incetta di figuracce. L’ultima è stata quella dei rendering 3D per il Parco della Biodiversità, ma la serie è lunga: forse troppo, considerando l’eco internazionale che ha e avrà l’esposizione universale. Tra siti dai nomi maccheronici, traduzioni raffazzonate o inesistenti e cantonate grafiche, il rischio è che il maxi-evento da volano dell’immagine italiana nel mondo diventi un boomerang, mostrando il nostro Paese per quello che spesso è accusato di essere: approssimativo e inaffidabile.
Il caso dei rendering è emblematico. Pochi giorni fa, infatti, l’account Facebook ufficiale di Expo 2015 ha pubblicato alcuni rendering 3D del Parco della Biodiversità; le immagini avrebbero dovuto mostrare l’effetto finale dell’area espositiva di 8500 metri quadrati per la valorizzazione delle eccellenze ambientali e agricole italiane, ma in realtà mostrano grossolani errori di grafica digitale che saltano all’occhio persino dei non addetti ai lavori: scontorni approssimativi, figure fluttuanti nell’aria, prospettive e ombre non rispettate. E mentre in rete spopolano parodie e commenti indignati - specialmente da parte di grafici e creativi digitali - il realizzatore dei rendering ha scritto su Facebook che «sono state pubblicate immagini di un progetto in corso. Sono uscite anzitempo, non terminate. La rete è veloce, e ne ha fatto un meme, un argomento virale. Questo, in sé, non è ancora un male in quanto ci fa sentire sulla pelle quanta responsabilità abbiamo nel lavorare non tanto su “materiali digitali” - non è un problema di quanto si sa usare Photoshop - quanto sugli immaginari e le estetiche». Un errore, dunque? Probabile: ma un errore che in termini di immagine pesa parecchio, soprattutto considerando che la pagina Facebook di Expo 2015 ha quasi un milione di followers. 
Tanto più che il caso non è un unicum. Solo poche settimane fa il sito ufficiale di Expo 2015 ha annunciato la data dell’inaugurazione di Expo Gate: peccato che era segnato il 10 maggio 2014, anziché il 10 maggio 2015 (poi corretto), e che l’immagine di apertura dell’evento era - ed è tutt’ora - un collage grafico di pessima qualità, impreciso e sfocato. E poco allettante dal punto di vista estetico. Anche qui, valanga di commenti e un’analoga considerazione: l’imbarazzo di notare che una manifestazione della caratura di Expo 2015 non presta attenzione agli aspetti comunicativi e di immagine che, nell’epoca della comunicazione digitale, sono tutt’altro che secondari.
Eppure, se si guarda agli eventi e ai passi che stanno conducendo Milano e l’Italia verso Expo 2015, si nota che le figuracce non si fermano qui. Lo scorso 7 febbraio, ad esempio, all’Hangar Bicocca si è svolta la tavola rotonda internazionale “Idee di Expo”, con la partecipazione dei rappresentanti di molti dei paesi che parteciperanno all’esposizione universale incentrata sui temi della sostenibilità alimentare e ambientale: peccato che non fosse stato previsto alcun servizio di traduzione simultanea. Il risultato? Stranieri a bocca asciutta, trovatisi a partecipare ad una tavola rotonda completamente in italiano. E la problematica dell’Italia con le lingue straniere è emersa anche nella versione inglese e francese del sito ufficiale di Expo 2015, bocciata per numero di errori ortografici, frasi contorte, traduzioni maccheroniche (successivamente corretti).
E considerando che Expo è un evento di richiamo a livello internazionale, viene da chiedersi che immagine sta dando e darà l’Italia di sé nei mesi a venire e durante l’esposizione: il rischio è che la manifestazione fatta per valorizzare le eccellenze italiane nel mondo diventi una sorta di colossale “epic fail”. E dove non sono ancora arrivate le infiltrazioni della mafia, sembra che vogliano arrivarci gli addetti dell’immagine e dei rapporti internazionali.
Fonte: Diritto di critica

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