Suscita infinita tristezza il recente intervento di Gianluca Nicoletti sulla geoingegneria clandestina. Non siamo animati da acrimonia, ma motivati da un profondo disinganno. Non è che non ci aspettassimo un suo scivolone sul tema, ma è il modo in cui è ruzzolato ad essere pietoso. Egli, pur con tutti i notevoli limiti degli intellettuali odierni, è pur sempre un intellettuale che, in primo luogo, dovrebbe dimostrare una certa dimestichezza con il lessico e le questioni semantiche...
Invece anche Nicoletti è invischiato nella solita terminologia quasi più sciatta che falsa: “bufala”, “teoria del complotto”, “complottismo”, "sciachimisti"... E’ un linguaggio che condanna al torto anche chi, per assurdo, avesse un briciolo di ragione. Sono vocaboli usati a vanvera, in una coazione a ripetere che si può forse comprendere nei consumatori abituali delle droghe televisive, non in chi è – o crede di essere – un osservatore lucido della realtà e delle sue traduzioni mediatiche.
E’ poi pretenzioso tutto quel discorso pseudo-epistemologico con cui il Nostro ha introdotto la questione: non ci si improvvisa dei Feyerabend che, tra l’altro, della scienza aveva una concezione molto più matura e scaltrita.
Non solo, il giornalista esprime ed incarna tutti i più beceri e logori luoghi comuni del suddito rimbecillito che di fronte agli indiscutibili crimini dei potenti reagisce con la solita battuta: “Gombloddo... sarà la Spectre…”. Non si accorgono di essere patetici oltre che autolesionisti?
Non importa stabilire se Nicoletti abbia subìto il lavaggio del cervello (non è il caso di Cattivissimo che non ne è dotato) o se aderisca alla setta negazionista per interesse di bottega: ad un certo punto la differenza tra dabbenaggine e malafede diventa labile, impalpabile. I negazionisti sono simili a quei robot stolidi della fantascienza pulp, automi che uccidono in modo più cieco che bieco.
E’ anche deprimente constatare la sudditanza, la resa di Nicoletti nei confronti della “comunità scientifica”: gli manca una visione critica della scienza, come se la citata élite fosse depositaria della verità assoluta, come se essa fosse una chiesa che può distinguere tra ortodossia ed eresia. Che approccio infantile e dogmatico! “E’ così, mamma! L’ha detto la maestra!” Tra l’altro il Gotha della scienza coincide, nella vulgata di Nicoletti, con l’ideologia dominante che di scientifico ha ben poco, essendo propagandata da un’accozzaglia di accattoni che si affannano attorno alle baronie universitarie, da una cricca di disinformatori disinformati.
In questo desolante contesto, è “spalla” degna di Nicoletti tale Stefano Morrigi, “storico della scienza” che, tradotto in una lingua veritiera ed attuale, significa che non è né storico né scienziato, ossia il nulla che pontifica. Renzi è in buona compagnia.
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