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L’ICI la Chiesa….e Roma

Creato il 09 dicembre 2011 da Cristiana

L’ICI la Chiesa….e RomaIndovinate un po’ qual’è la città che più si gioverebbe del pagamento dell’ICI da parte della Chiesa?

La risposta è facile ed è Roma.

Non voglio fare affatto dell’inutile demagogia e vi posto qui un bell’articolo (stranamente) del Fatto Quotidiano sull’argomento.

Il passaggio più saliente:

Il fatto è che questa esenzione non è solo palesemente ingiusta, ma pure contraria all’articolo 108 del Trattato europeo: lo ha stabilito, da ultimo, una sentenza della Corte di cassazione (la 16728 / 2010), anche alla luce del fatto che le norme comunitarie hanno rilievo costituzionale. Cosa significa? A stare ad autorevoli esperti una cosa molto semplice: la Suprema Corte ha stabilito che l’esenzione Ici per gli immobili ecclesiastici che siano usati, anche in parte, per attività di impresa costituisce un aiuto di Stato illegale e quindi i Comuni non devono applicarlo. Insomma, i sindaci volendo potrebbero richiedere il pagamento del maltolto fin da ora.

Prima che parta (e io vorrei farlo) l’appello ad Alemanno affinché esiga il contributo doveroso (che ripetiamo a scanso di equivoci non è su oratori o chiese o mense per i poveri, ma sugli alberghi ed altre attività) rileviamo che la difficoltà sta nell’interpretazione della natura dell’immobile da tassare stante che ci sono alcuni immobili a carattere misto.

Una proposta costruttiva per Roma 2013 potrebbe essere quella di proporre un tavolo con Santa Romana Chiesa e i suoi rappresentanti romani in cui si concerti la natura del patrimonio immobiliare e si definiscano criteri e immobili che debbano pagare e quali no.

Questa non è una guerra contro la Chiesa, anzi. Qualcuno potrebbe obiettare che coi soldi dell’albergo di Piazza Farnese si costruiscono pozzi in Africa. Ma allora questo dovrebbe valere per qualsiasi entità laica o religiosa che abbia come fine una causa giusta.

E chi definisce cosa è giusto o sbagliato?

Insomma io dico tassiamo gli immobili con fini commerciali dopo averli doverosamente mappati e in seguito pensiamo a come redistribuire risorse a chi le impiega per cause umanitarie (e controllate e verificate). Se nel caso.

Ricordo, a chi non lo sapesse, che la quasi totalità della gestione di tutte le catacombe del sottosuolo romano, è nelle mani del Vaticano, ma esse sono patrimonio archeologico comune.

Non ultimo (e chi può negarlo) il turismo religioso è una risorsa per la città, anche se oggi troppo concentrato e poco diffuso vedere alla voce Opera Romana Pellegrinaggi.

Insomma tocca sedersi ad un tavolo e capire bene  chi paga cosa, chi si occupa di cosa e fare un bel piano di equità con il Vaticano a Roma.

Già che ci siamo cerchiamo di eliminare gli autobus di pellegrini che inquinano, fanno traffico e impediscono il vero incontro tra i turisti e la città.


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