Magazine Cultura

L’identikit del lettore debole

Da Marcofre

identikit del lettore debole

 

Quando la tua storia è pronta, immagini di doverti rivolgere al lettore forte. Quello che divora libri su libri, sempre alla ricerca di buone storie, sempre curioso. E se questo invece fosse troppo semplice?

Proviamo a rivolgerci non solo al lettore forte, che è necessario perché spesso ha un’intelligenza tale da svelarci aspetti, della nostra scrittura, del tutto ignoti a noi stessi.
Parliamo del lettore debole.

Tutti lo evitano e lo accusano delle peggiori cose proprio perché non è forte; perché legge robaccia (se legge).

È lui la rovina d’Italia, si dice. Un bifolco che pascola nelle librerie solo nelle festività natalizie, e che titoli chiede? Se riesce a pronunciarne il titolo senza storpiarlo (e se accade, avremo qualcosa di divertente da raccontare in giro, per rimarcare la nostra superiorità), vorrà libri facili.

Vediamo però di conoscerlo un po’ meglio, e chissà non si riesca ad avere qualche idea anche per noi, per la nostra opera. Lo so che per te sembrerà una perdita di tempo: però rammenta questo. Se tu eviti questo bizzarro essere che confonde Tolstoj con Dostoevskij (anzi: crede siano la stessa persona*), forse lo fai perché non saresti capace di spiegargli cosa scrivi.

Quando la tua storia non arriva a un potenziale lettore, probabilmente il problema o è in te, o è nella tua storia. Il resto sono alibi di chi si crede superiore e usa le storie per segnare la distanza tra se e gli altri.

E mi verrebbe da aggiungere: Fine della discussione, ma c’è da scrivere ancora qualcosa.

Se tu vendi un prodotto, non puoi limitare il tuo pubblico. Non puoi seriamente affermare: “Questo è il mio pubblico, e basta”. Perché non è possibile prevedere che cosa accadrà. In che mani finirà. E tu devi sperare che finisca nelle mani più imprevedibili.

Se quindi riuscirai a farti le giuste domande del lettore debole; se indosserai i suoi scomodi panni, ne trarrai comunque beneficio. Perché costui o costei ti costringeranno ad affrontare aspetti della tua opera che hai di certo lasciato in ombra. Senza nemmeno prenderli in considerazione.

A mio parere, queste sono le domande che devi porti, e alle quali devi rispondere:


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog