Uno di questi è la fotografia; se in prima battuta ne è solo amatore, dal 2009 inizia a scoprire il proprio talento nella “creazione di immagini”, e la propria capacità di esprimere se stesso attraverso la fotografia. Ad oggi, è un fotografo affermato, ha vinto più di settanta premi, partecipato, con i suoi lavori, a più di cento mostre in tutto il mondo, e non ha mai dimenticato le persone con esigenze “speciali”.
Nasce così la serie Le Petit Prince, in cui Peljhan ha dato vita all’immaginazione di Luka, un ragazzino che soffre di distrofia muscolare. Attraverso gli scatti, i ridotti movimenti che Luka può compiere si sono trasformati in azioni vere e proprie, dall’andare sullo skate, al tirare a canestro. Senza effetti speciali, o Photoshop. È bastato cambiare la prospettiva, guardare la disabilità di Luka da un’altra angolazione, e scoprire che l’immaginazione è una forza a volte più forte di quella meramente fisica.
D’altro canto, opere di questo genere, con tutta probabilità, erano già scritte nella storia della vita, oltre che della carriera, di Matej Peljan, costruita, con un occhio tanto indiscreto quanto tenero, proprio su quelli che hanno bisogni “speciali”.
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