Intanto c'è da distinguere la Sissi dei film e la vera Elisabetta. Ho deciso di occuparmi solo della vera Elisabetta, non solo perché dedicando il post a Elisabetta è giusto parlare di lei e non del mito che è stato creato sulla sua persona, ma anche perché la Sissi dei film e dei cartoni animati è già conosciuta fin troppo bene da ognuno di noi. Meno nota è invece la VERA Sissi.
Elisabetta Amalia Eugenia (detta Sissi) nacque il 24 dicembre 1837 a Monaco di Baviera, quarta dei dieci figli del duca Massimiliano Giuseppe ( detto Max) e di Ludovica di Wittelsbach, figlia del Re Massimiliano I di Baviera. Entrambi i suoi genitori erano di famiglia nobile, ma solo la madre apparteneva al ramo reale della famiglia. Elisabetta trascorse la sua infanzia serenamente a Monaco nel palazzo di famiglia, mentre i mesi estivi erano trascorsi nel castello di Possenhofen, una residenza a cui la giovane duchessa, amante della natura, era molto legata. Di animo sensibile, fu cresciuta con semplicità, abituata a trascurare i formalismi e ad occuparsi piuttosto di chi aveva meno possibilità di lei: poveri e malati. La sensibilità d'animo di Sissi fu positiva per un periodo della sua vita perché la portò ad essere diversa dalle altre appartenenti a famiglie nobili, per niente snob e aristocratica ma attenta ai bisogni e alle disgrazie altrui nonché sensibile al fascino della natura e degli animali, ma spianò la strada alla fragilità emotiva che caratterizzò il resto della sua vita. Fin da piccola dimostrò un'anima appassionata, viva, irruente. Era allegra, gioviale, amava la compagnia dei fratelli ma ogni tanto sentiva il bisogno di isolarsi. All'età di 14 anni, come tutte le adolescenti, anche Elisabetta si innamorò, purtroppo però dello scudiero stipendiato di suo padre, certo non un buon partito per lei. Il giovanotto fu allontanato e mandato altrove con un altro incarico. Una volta tornato a Monaco, in breve tempo si ammalò e morì. Elisabetta ne fu sconvolta e attraversò un periodo di totale chiusura in se stessa, durante il quale impiegava il tempo scrivendo poesie per il suo amore finito in tragedia. In quello stesso periodo, l'inverno del 1853, erano in corso le trattative tra la duchessa Ludovica ( madre di Sissi) e sua sorella, l'arciduchessa Sofia, per far sposare la figlia della prima nonché sorella di Sissi, Elena, col figlio della seconda, l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria. La scelta dell'arciduchessa Sofia cadde su Elena ( detta Nenè ) dopo due falliti progetti con principesse prussiane e sassoni, perché desiderava insediare accanto al figlio una tedesca, rafforzando il ruolo dell'Austria nell'area germanica. Benché Elena non fosse membro diretto di una famiglia reale, rappresentava comunque un legame con la Baviera, una delle regioni tedesche più fedeli all'Austria, ed era ovviamente di famiglia nobile addirittura strettamente imparentata con quella reale. Le due sorelle decisero di far incontrare i due futuri sposi a Ischl, residenza estiva dell'imperatore, durante la festa di compleanno di quest'ultimo con l'idea di annunciare pubblicamente il loro fidanzamento in quell'occasione. Ludovica decise di portare con sé anche Elisabetta, che inizialmente non volle partire volentieri, nella speranza di strapparla alla malinconia nella quale era sprofondata e con l'intenzione segreta di combinare il suo fidanzamento con Carlo Ludovico, fratello minore di Francesco Giuseppe.Così la sorella minore sarebbe diventata Imperatrice e l'altra sarebbe comunque entrata a far parte della famiglia reale. La duchessa Ludovica e le figlie arrivarono a Ischl il 16 agosto 1853. Nel pomeriggio ci fu un primo incontro con l'Arciduchessa Sofia, il figlio Francesco Giuseppe e Elisabetta di Prussia, un'altra sorella di Ludovica e di Sofia. Fin da quel primo e formale incontro, fu evidente che Francesco Giuseppe si fosse infatuato non di Elena, ma della più giovane e infantile Elisabetta. L'arciduchessa Sofia scrisse a sua sorella, Maria di Prussia, riguardo a suo figlio e a questo incontro: «Era raggiante, e tu sai come il suo volto si illumina quando è contento di qualcosa. La cara piccina non aveva la minima idea dell'impressione da lei destata in Franzi. Fino all'istante in cui la madre le parlò apertamente, Sissi era solo intimidita e intimorita dalla gente che stava intorno». Possiamo dire che fu veramente amore a prima vista, soprattutto per lui. Elisabetta era inconsapevole di tutto, ignara delle regole di corte e dei formalismi connessi, quindi apparì ai suoi occhi com'era: spontanea, innocente e luminosa anche se poco regale; Elena invece, tutta composta e attenta a comportarsi come ci si aspetta dalla prescelta Imperatrice, non scatenò in lui niente oltre al semplice affetto per una cugina. Il giorno dopo Francesco Giuseppe disse alla madre che la sua scelta era caduta su Elisabetta, nonostante l'arciduchessa Sofia preferisse Elena. Nel ricevimento dato quella sera, l'imperatore ballò il cotillon con Elisabetta, un chiaro segno per tutti della sua preferenza, ma non per Sissi che non comprese. Anche durante la cena del 18 agosto, compleanno di Francesco Giuseppe, Elisabetta fu fatta sedere accanto a lui. Il giorno seguente Ludovica, per conto dell'imperatore, chiese a Elisabetta se era decisa a sposare il cugino Franzi, e naturalmenten Elisabetta acconsente, ormai anche lei innamorata. Iniziarono le trattative con la Santa Sede per ottenere la necessaria dispensa papale, perché Elisabetta e Francesco Giuseppe erano primi cugini. Questa stretta parentela, come di consueto per quel tempo, non fu considerata, nonostante diversi membri della famiglia Wittelsbach avessero già mostrato le tare ereditarie della loro dinastia.
Elena di Baviera
Naturalmente la scelta di Francesco Giuseppe viene rispettata, scelta che si rivelerà l'unica cosa fuori dagli schemi che farà in vita sua, ma si rende necessario educare Elisabetta, che ama Francesco ma che non è affatto pronta a diventare Imperatrice, completamente ignara di qualsiasi cosa riguardi la vita di corte e i doveri della moglie dell'Imperatore d'Austria. Elisabetta ritorna in Baviera, dove ha inizio un lungo lavoro di "trasformazione" , penoso per i suoi insegnanti e per lei, scoiattolo irrequieto più che pacata signorina, che dovrà imparare il francese, l'italiano e soprattutto la storia dell'Austria, nonché a camminare, parlare e comportarsi da Imperatrice, cioè seguendo tutte quelle regole formali che ha sempre odiato. Così il momento più bello della sua vita, quello di sposare l'uomo che ama, coincide con quello più penoso: assumersi la responsabilità di Imperatrice d'Austria, compito che non le piace e che le piacerà sempre meno, col passare del tempo. Durante il periodo di istruzione intensiva conosce però un conte ungherese, Janos Majlath, che è lì come insegnante e che le racconta del suo paese, l'Ungheria, allora "bistrattata" dagli Austriaci. Un anno dopo, pieno di debiti, Majlath morirà suicida, ma intanto l'amore di Elisabetta per l'Ungheria era sbocciato in lei, amore che l'accompagnerà per tutta la vita. Nello stesso periodo fu allestito rapidamente il corredo della sposa, pagato quasi del tutto dall'imperatore e non dal padre della sposa, come avrebbe dovuto essere. Nel marzo 1854 fu ufficialmente firmato il contratto nuziale e la dote fu fissata in 50.000 fiorini pagati dal duca Massimiliano e 100.000 fiorini pagati dall'imperatore. Il 20 aprile 1854 Elisabetta lasciò la sua casa paterna di Monaco. Il viaggio durò tre giorni e il 23 aprile la futura imperatrice fece il suo ingresso ufficiale a Vienna, dove ricevette una calorosa accoglienza. Le nozze furono celebrate con grande sfarzo il 24 aprile 1854, di sera, nella Chiesa degli Agostiniani. Lei ha sedici anni e lui ventiquattro. Dopo i numerosi festeggiamenti, la coppia fu condotta nella camera da letto soltanto dalle rispettive madri, contrariamente alle usanze del tempo che prevedevano la presenza di numerose persone. Le nozze furono comunque consumate la terza notte, si dice per desiderio della stessa Sissi a cui il marito accondiscese.A presto per il prossimo post.
Con affetto,Irene