L'implacabile ovvero Running Man, film muscolare appartenente a quel genere fantascientifico distopico che potrebbe avvicinarsi come livello qualitativo ad altre opere del genere e del periodo, spesso fecondo e schiavo di un immaginario che Blade Runner nel bene e nel male ha segnato.Il regista Paul Michael Glaser, ovvero Paul Starsky, proprio quello di Starsky & Hutch, telefilm culto degli anni '70 e '80, realizza questo prodotto cucito addosso al divo Schwarzenegger, emblema corporeo di un cinema di fantascienza muscolare, seppur fondato su un testo di partenza di Stephen King sotto pseudonimo.L'idea di una società dominata dall'esercito e da uno stato di polizia, in cui la televisione domina le coscienze ed i gusti della popolazione ha retaggi inevitabilmente orwelliani e rappresenta forse uno spettro per certi versi non così lontano dalla realtà contemporanea, per quanto concerne il potere televisivo e gli indici di gradimento per certi tipi di spettacoli.Il film vorrebbe a suo modo rappresentare una critica sociale ad un possibile imbarbarimento intellettivo indotto da una fruizione massiccia di televisione quale fonte informativa e di puro intrattenimento in grado di travisare la realtà e fornire al pubblico e alle coscienze una nuova arena in cui sacrificare presunti criminali, costretti a fuggire per sopravvivere alla caccia di forzuti e anabolizzati gladiatori pronti ad ucciderli in maniera spettacolare.Schwarznegger viene scelto come la vittima ideale per questo spettacolo, ma le sue abilità si dimostreranno superiori alle aspettative del cinico network, fino al momento in cui la verità non verrà a galla, grazie anche all'intervento della solita resistenza pronta a risvegliare le coscienze dall'intorpidimento in cui sono state gettate.Il personaggio interpretato dal nostro eroe diviene un idealista, pronto a combattere per una causa non sua, quasi per caso o per necessità di sopravvivenza, per ribellione ad una realtà televisiva in cui il fotomontaggio e le tecniche ormai consuete di travisamento del reale vogliono restituire un immagine che non corrisponde a quella da lui scelta e voluta. Un film che vorrebbe costituire una critica sociale piuttosto evidente contro un sistema televisivo sempre più legato al facile profitto e critico verso un pubblico sempre più assetato di violenza, pronto a fare il tifo per il vincitore di turno, ma quello che emerge, al di là delle battute di humour nero regalateci dal nostro eroe, è proprio il contrario del suo proposito. Alla fine prevale inevitabilmente lo spettacolo muscolare e violento che il film vorrebbe criticare e diviene difficile pensare che questo film sia riuscito a destare le coscienze degli spettatori del tempo. Rimane comunque un esempio di cinema in bilico tra la serie A hollywoodiana e la serie Z del cinema di genere di quei fatidici anni '80 e come tale nel bene e nel male, parte di un immaginario cinematografico che non si può completamente rinnegare.
Magazine Cinema
L'implacabile ovvero Running Man, film muscolare appartenente a quel genere fantascientifico distopico che potrebbe avvicinarsi come livello qualitativo ad altre opere del genere e del periodo, spesso fecondo e schiavo di un immaginario che Blade Runner nel bene e nel male ha segnato.Il regista Paul Michael Glaser, ovvero Paul Starsky, proprio quello di Starsky & Hutch, telefilm culto degli anni '70 e '80, realizza questo prodotto cucito addosso al divo Schwarzenegger, emblema corporeo di un cinema di fantascienza muscolare, seppur fondato su un testo di partenza di Stephen King sotto pseudonimo.L'idea di una società dominata dall'esercito e da uno stato di polizia, in cui la televisione domina le coscienze ed i gusti della popolazione ha retaggi inevitabilmente orwelliani e rappresenta forse uno spettro per certi versi non così lontano dalla realtà contemporanea, per quanto concerne il potere televisivo e gli indici di gradimento per certi tipi di spettacoli.Il film vorrebbe a suo modo rappresentare una critica sociale ad un possibile imbarbarimento intellettivo indotto da una fruizione massiccia di televisione quale fonte informativa e di puro intrattenimento in grado di travisare la realtà e fornire al pubblico e alle coscienze una nuova arena in cui sacrificare presunti criminali, costretti a fuggire per sopravvivere alla caccia di forzuti e anabolizzati gladiatori pronti ad ucciderli in maniera spettacolare.Schwarznegger viene scelto come la vittima ideale per questo spettacolo, ma le sue abilità si dimostreranno superiori alle aspettative del cinico network, fino al momento in cui la verità non verrà a galla, grazie anche all'intervento della solita resistenza pronta a risvegliare le coscienze dall'intorpidimento in cui sono state gettate.Il personaggio interpretato dal nostro eroe diviene un idealista, pronto a combattere per una causa non sua, quasi per caso o per necessità di sopravvivenza, per ribellione ad una realtà televisiva in cui il fotomontaggio e le tecniche ormai consuete di travisamento del reale vogliono restituire un immagine che non corrisponde a quella da lui scelta e voluta. Un film che vorrebbe costituire una critica sociale piuttosto evidente contro un sistema televisivo sempre più legato al facile profitto e critico verso un pubblico sempre più assetato di violenza, pronto a fare il tifo per il vincitore di turno, ma quello che emerge, al di là delle battute di humour nero regalateci dal nostro eroe, è proprio il contrario del suo proposito. Alla fine prevale inevitabilmente lo spettacolo muscolare e violento che il film vorrebbe criticare e diviene difficile pensare che questo film sia riuscito a destare le coscienze degli spettatori del tempo. Rimane comunque un esempio di cinema in bilico tra la serie A hollywoodiana e la serie Z del cinema di genere di quei fatidici anni '80 e come tale nel bene e nel male, parte di un immaginario cinematografico che non si può completamente rinnegare.
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