L'importante è andare. Di corpo

Creato il 21 febbraio 2011 da Lucas

Marco Casentini, Through the SkyAcrylic & plexiglass on canvas, 67 x 59 inches. 

Per accendere il fuoco delle stufe uso secche frasche e una pagina di vecchio giornale. Poco fa ho preso un lenzuolo (4 pag.) dell'inserto Corriere Viaggi ch'era in regalo ieri col Corsera. Mentre faccio questo scorgo tre articoli di tre scrittori italiani: Maurizio Maggiani (1), Erri De Luca (2), Gaetano Cappelli (3) i quali «raccontano il fascino segreto delle mete tradizionali di una vacanza, comprese le nostre stanze», rispettivamente, al mare (1), in montagna (2), a casa (3). Il titolo di tale pagina è: «L'importante è andare. Ma dove?». Rispondete voi per me per favore.
Ecco i vantaggi di aver scritto uno o due romanzi pubblicati da editori importanti che hanno venduto più o meno bene: ti offrono di scrivere questi articoli del cazzo e c'è caso ti paghino anche bene. Ma ditemi, vi prego, è questo il destino dello scrittore contemporaneo? Avere successo con un libro e poi, successivamente, avere una rubrica su un settimanale da Gioia in su (o in giù)?
Noi blogger, belli, disincantati, fortemente disimpegnati, insussistenti, celebriamo il pensiero senza interesse. Nessuno ce li commissiona i nostri pensieri e le nostre cazzate le spariamo a gratis. Liberiamo la nostra mente da certe suggestioni, ci vendichiamo della realtà, ci intronizziamo nella doxa impotente del mondo per dire tranquillamente, e senza nessuna acrimonia, che non ci va più di subire le visioni del mondo altrui, o di lamentarci scrivendo le nostre letterine ai giornali per contestare gli altrui pensieri più o meno ragionati. L'avvento della blogosfera fa sì che l'autoreferenzialità del mondo intellettuale si vanifichi, rimettendo il pensiero in circolo. Attraverso il cielo. Mi fermo che devo andare via. Lascio un pensiero a mezzo e, se dopo ne ho voglia, tempo, grazia e capacità, lo riprendo. Sennò pace.

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