“Lo scandalo di ‘Mafia Capitale’ è un esempio di come mercati sottili, opachi e con scarso controllo sociale sono più permeabili alla corruzione”: nel Commento del 10 giugno pubblicato sul sito di Avvenire, l’economista Leonardo Becchetti riflette sull’importanza di una riforma “etica” del Terzo settore.
Il modello attuale, come si può constatare dalle intercettazioni rese pubbliche, consiste nell’accordo tra il politico X che fa vincere il bando all’impresa Y in cambio di un ritorno economico, il tutto nella cornice di una competizione in apparenza aperta ma che in realtà dava vita a “un mercato sottile, dove l’acquirente unico pubblico sceglieva sempre lo stesso offerente scoraggiando di fatto i potenziali competitori”.
Becchetti rileva in questa situazione paradigmatica la necessità di una riforma del Terzo settore, sia per rendere i mercati meno sottili sia per non dovere attingere più a un unico forno; in un futuro con maggiori possibilità di ibridazione, afferma l’economista, i forni a disposizione potrebbero essere quattro: oltre a quello tradizionale dell’appalto pubblico, si possono prevedere l’appello diretto al finanziamento dei privati mediante nuove modalità di raccolta fondi e il partenariato con imprese profit spinte “a integrare sempre di più pratiche di responsabilità sociale e ambientale nella loro condotta”. A questo proposito risulta fondamentale il concetto elaborato da Becchetti del “voto col portafoglio”, che consiste nell’accordare la propria preferenza alle aziende attente alla sostenibilità sociale e ambientale acquistando i loro prodotti. Infine, il quarto forno è rappresentato dalla “possibilità per le stesse organizzazioni sociali di creare valore vendendo beni e servizi sul mercato per autofinanziare la propria attività sociale o, addirittura, di perseguire la propria attività sociale attraverso la creazione di valore responsabile o low profit, cioè non ossessionato dal profitto”.
Questa maggiore possibilità di scelta – scrive Becchetti – integrata con forme di controllo pubblico e sociale per evitare comportamenti fraudolenti, rappresenta una grande opportunità per ridurre dipendenza e collateralismo, nonché per un aumento di qualità e professionalità. È infatti ampiamente dimostrato, sia nella teoria sia nella pratica, che “con piccoli incentivi monetari per chi ‘vota col portafoglio’ per i prodotti socialmente ed ambientalmente sostenibili si realizzano enormi spostamenti di domanda di mercato”. A riprova, l’economista cita l’esempio del “Conto energia”, che prevede incentivi per l’installazione di eolico e fotovoltaico “implementato in 63 giurisdizioni diverse nel mondo con effetti imponenti sullo sviluppo delle energie rinnovabili”.
Ciò dimostra che “possiamo muovere rapidamente verso un mondo dove le imprese profit sono spinte ad aumentare la loro responsabilità anche per la pressione dei cittadini e dove le imprese non profit trovano nuove forme di finanziamento partecipando anche alla creazione del valore. Con un ruolo fondamentale del regolatore nello scrivere regole che accelerano tale processo”.
Le parole “già anticipate e temute” del Papa nella sua prossima enciclica, che sarà dedicata all’ambiente – conclude Becchetti – costituiranno sicuramente un contributo importante per diffondere questa visione che fonde insieme sviluppo economico e rispetto per il “Creato”, perché “i poveri non possono aspettare e anche i processi di deterioramento ambientale non aspettano”.
MC