Magazine Diario personale

L'inatteso

Da Whitemary
Camminava a passo veloce, incurante delle pozze d'acqua che le lambivano le scarpe. Era in ritardo, un'altra volta. Prima o più l'avrebbero licenziata, ne era certa. Eppure quella mattina si era svegliata in orario e le sembrava anche di essersi vestita piuttosto in fretta. Doveva aver indugiato in bagno: forse era rimasta troppo tempo a truccarsi davanti allo specchio. In ogni caso, era in ritardo e ormai non poteva farci niente. Provò ad accelerare il passo ancora un po', ma i tacchi non sembravano andare d'accordo con l'asfalto, reduce da un temporale. Svoltò nella via dell'ufficio e si trovò lui davanti. Non ebbe nemmeno il tempo di pensare che era l'ultimo tra gli uomini della sua vita che avrebbe voluto incontrare, che lui la baciò calorosamente sulle guance e la tempestò di domande. "Scusami, sono tremendamente in ritardo!"Lui sembrò sorpreso e lei constatò che dopo quasi due anni di relazione, era assurdo che non si ricordasse della sua incapacità cronica di arrivare puntuale.Lo salutó con la solita finta promessa di sentirsi presto, e coprì gli ultimi metri che la separavano dalla sua destinazione. Salì di corsa le scale e si tuffò nel suo ufficio. Nessuno parve notarla: meglio così. Controllò l'orologio e si accorse che era già arrivata l'ora della riunione. Riordinò il materiale e si diresse nella sala conferenze, cercando di scacciare dalla testa l'incontro di poco prima. La riunione durò un tempo che parve infinito e lei era impaziente di poter tornare alla sua scrivania e magari mangiare qualcosa. Ora che ci pensava, non aveva nemmeno fatto colazione! Come diavolo era riuscita a uscire in ritardo lo stesso? "...bene direi che tutto. Ognuno valuti le proposte e poi ne riparliamo." Finalmente.Dopo aver scambiato qualche parola con alcuni colleghi, si diresse verso il suo ufficio, ma non appena varcò la soglia, si immobilizzò. "Marina scusa, cosa ci fanno questi fiori qui?""Ah, non ne ho idea! Li hanno consegnati poco fa.""Dimmi che è uno scherzo." "Un ammiratore?" Chiese la segretaria, ridendo.Senza nemmeno replicare, si diresse verso la scrivania, afferrò i fiori e li buttò nel cestino della spazzatura. "Non leggi nemmeno il biglietto?"Marina era sempre stata insistente."Credo di sapere chi sia stato e non mi interessa.""Non sei nemmeno un po' curiosa di quello che potrebbe esserci scritto?"Quella donna era insopportabile!"E va bene! Lo leggo! Ma solo perché insisti tanto."Prese la busta panna dal cestino e la aprì: "Il tuo ritardo è sempre stato molto puntuale."

B.


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