CREMONA La giunta Perri ha già deciso che i lavori per l’ammodernamento della linea uno dell’inceneritore potranno partire. Lo scrive l’assessore all’ambiente Francesco Bordi rispondendo con due mesi e mezzo di ritardo a un’interrogazione scritta di Alessia Manfredini datata 4 marzo 2014. L’assessore scrive il 14 maggio ma il timbro della spedizione reca la data 23 maggio 2014. Il testo della risposta di Bordi si conclude con un ultimo capoverso da brividi: Aem gestioni ha già avviato il programma di miglioramento delle performance della linea Uno dell’inceneritore, in ottemperanza alle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ed è tuttora in corso l’iter previsto per l’assegnazione dei lavori. Dunque non si potrà più tornare indietro: non si fanno investimenti pesanti per un impianto destinato a morte rapida.
Poco prima delle elezioni il Comune e la Provincia, guidati da Perri e Salini, hanno firmato un protocollo per la realizzazione di uno studio in vista dello spegnimento dell’inceneritore. Nello stesso tempo l’assessore Bordi tardava ben oltre i trenta giorni previsti dalle norme e non rispondeva al consigliere comunale Alessia Manfredini (Pd) se non facendole pervenire la risposta nei giorni di silenzio elettorale. Il risultato di quest’operazione d’immagine è che nella sostanza l’inceneritore non sarà più spento, perché ristrutturato, e andrà avanti a bruciare chissà fino a quando, contro tutte le indicazioni date dall’Unione europea e dal buon senso.
Dietro il protocollo Comune-Provincia-Regione c’era già la precisa volontà e la scelta di spendere non poco per ammodernare la linea Uno. Una decisione di cui il pubblico sarebbe venuto a conoscenza solo dopo il voto di oggi, mentre la responsabilità sarebbe facilmente ricadute sulla prossima amministrazione.
L’interrogazione di Alessia Manfredini, che porta la data del 5 marzo, era rivolta al sindaco Oreste Perri, il quale il 2 aprile ha dato incarico a Francesco Bordi di rispondere. Manfredini aveva chiesto se l’Aem, come indicato dal Comune il 14 novembre 2011, avrebbe provveduto a ripetere lo studio avviato nella fase di costruzione dell’impianto relativo alle ricadute sul suolo delle emissioni, in particolare di microinquinanti. In realtà non ci saranno studi ma rifiuti che bruciano e differenziata che resta ferma a una percentuale molto ridotta. E’ in gioco un effetto rischioso sul lungo termine per la salute dei cittadini, e questa è la prova che in un caso tanto importante ha saputo dare l’amministrazione Perri.
trasmessa stasera da Telecolor
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