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L’indecente e l’Italia malata

Creato il 02 agosto 2013 da Albertocapece

Estrazione-pietra-filosofia_BoschIn fondo Berlusconi fa il suo mestiere di sibarita senza scrupoli né onore: segue la sua bassa natura, naviga come un caimano nella palude obbedendo ai suoi istinti di cui è prigioniero. Avrebbe avuto vita brevissima se avesse incontrato schiene dritte e teste lucide, se avesse trovato abbastanza anticorpi da rendergli la vita difficile. E invece ha trovato spesso solo uomini in vendita, clientes, scampoli di uomini politici e giornalisti che lo hanno aiutato a costruire la sua illusione e il suo incubo.

Persino adesso di fronte a una condanna, finalmente arrivata a spianare un pezzettino di giungla affollata da scorretezze, opacità, furbate, espedienti e zero idee, si deve leggere quella del notabile Polito, uno che sembra uscito dalle or ora dalle cucine del principe di Salina, che sul Corriere si lagna perché la sentenza macchierebbe l’Italia, quando è invece chiarissimo è proprio la condanna a riscattarci, almeno un  pochino. E si deve sentire Letta che balbetta e sostiene ,con esilarante scelta di parole, che uno “stop al governo sarebbe un delitto”, quando è evidente che è l’esecutivo dei buoni a nulla, risoluti a cambiare la Costituzione per sopravvivere, ma incapaci di qualsiasi tipo di visione e di verità.

Vedete per tutta la seconda metà dell’Ottocento e i primi anni del secolo scorso si usava curare la sifilide inoculando il plasmodio della malaria. Le febbri alte e ricorrenti indebolivano il treponema che mal sopportava le alte temperature. Il problema era però che dopo 350 anni dalla sua apparizione la sifilide aveva enormemente attenuato la sua virulenza, man mano che crescevano nella popolazione le difese immunitarie. Così in realtà la malaria, anche nella sua forma di terzana benigna, provocava in percentuale danni più gravi della malattia che doveva stroncare, cosa che poi non sempre faceva. Solo che il mal francese si portava attorno un’ aura di vergogna e indecenza, mentre la malaria era ampiamente diffusa e priva di connotazioni morali. Era, come dire, una malattia per bene che non stonava nemmeno in case signorili.

E a me pare proprio che la liberazione dalla sifilide Berlusconi, rischi di avvenire grazie alla malaria portata dai suoi epigoni, dai suoi ricattati o dai suoi avversari di comodo, da un’Italia politica che è comunque profondamente malata. Anche quando sembra perbene.


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