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L’India terra di antica civiltà

Creato il 04 agosto 2013 da Phoebes

 

Per questa parte di lettura ho utilizzato questo libro:
I popoli antichi / Antonio Brancati (il mio libro di storia di IV ginnasio)

 

Nuovo appuntamento con il Reading History, questa volta ci concentriamo con una civiltà spesso trascurata da noi Occidentali quando si parla di Storia. Infatti le pagine del mio libro le ho trovate intonse, segno che al Ginnasio questo capitolo lo saltammo. Certo, non è che sia trattata in maniera chissà quanto approfondita, però è stata comunque una lettura interessante.

 

 

 

Riguardo alla storia del subcontinente indiano, non sono stati ritrovati documenti più antichi del III secolo a.C., quindi di tutta la storia prima di allora non c’è purtroppo molto da dire. Nel 1500 a.C. gli Arya (gli indoeuropei) arrivano in India, e la conquistano, scacciando la popolazione preesistente. Gli Arya (che significa “puri”, come loro stessi si chiamavano) usavano armi di metallo e conoscevano il cavallo. Possedevano un forte spirito di classe, che portò poi alla formazione delle famose caste che caratterizzano la società indiana.

Buddha

Il Buddha circondato da monaci e da devoti recanti offerte

Per quanto riguarda la religione, la spiritualità indiana è fortemente intrisa di pessimismo, visto che la purificazione vista come meta finale della trasmigrazione delle anime pare irraggiungibile, perché il dolore fa sempre parte della vita. Nella seconda metà de VI secolo a.C. nasce una nuova religione grazie al figlio di un rahjà, Siddattah Gotama, detto Buddha (ovvero l’illuminato). La grande innovazione del Buddismo fu nel predicare la possibilità di raggiungere la meta di pace (il Nirvana) già in questa vita, grazie all’eliminazione dei desideri: Colui che passa il tempo nel cercare solo il piacere sfrenato dei sensi, che non conosce misura nel cibo e che si dimostra pigro e fiacco, è dominato dallo Spirito del Male, come un albero debole dal vento. Colui che vive ben frenato nei sensi, che conosce la misura nel cibo e nei piaceri e che si dimostra fiducioso ed energico, su costui lo Spirito del Male non ha potenza, come non ha potenza il vento sui macigni di un monte. (dalla morale Buddista).

 

L’India terra di antica civiltà

Frammento di un rilievo ornamentale che rappresenta un danzatore e un musicista. La scultura fu ritrovata da archeologi italiani nell’area di Butkara (Pakistan).

Per quanto riguarda invece la letteratura, le testimonianze più antiche sono i Veda, quattro libri sacri risalenti a una tradizione orale antichissima (del 1500 a.C.) successivamente raccolti e scritti in sanscrito. I Veda contengono la cosmografia e la cosmogonia indiana. Il Mahabharata è il più ampio poema della letteratura mondiale, scritto da numerosi autori tra il IV secolo a.C. e il IV d.C. Anche il Ramayana è un poema, anche questo elaborato per secoli (dal IV a.C. al II d.C.), e ha per protagonista l’eroe Rama.

 

tempio

Un grandioso stupâ, monumento buddista

Gli antichi indiani si distinsero nell’architettura, con i loro edifici caratterizzati dalla presenza di numerose cupole e colonne. Pittura e sculture furono invece meno importanti. L’arte a cui probabilmente davano più importanza era comunque la musica, la cui invenzione era attribuita al dio Brahma. Gli indiani usavano la scala pentatonica e quasi sempre strumenti a corda.

 

Nel 510 a.C. Scilace di Coriarda , un ammiraglio greco agli ordini di Dario I, arrivò alla foce dell’Indo, sottomise la popolazione e creò una satrapia persiana. Poi nel 327 a.C. arrivò Alessandro Magno e con un bel po’ di guerre sottomise tutti pure lui. Secondo il mio libro di testo la civiltà indiana, pur molto fiorente e sviluppata agli inizi, non tenne il passo con quelle occidentali a causa della rigorosa divisione fra le classi che impedì la diffusine della cultura e il progresso della nazione indiana.

 

L’India terra di antica civiltà

Capitello di una delle colonne fatte costruire dal re Asoka (274-236 a.C. circa) su cui era scolpito il testo dei suoi editti riguardanti la religione (il re si era convertito al Buddismo). I quattro leoni rappresentati sul capitello sono rivolti verso i quattro punti cardinali e rappresentano le quattro parti del mondo. Ai piedi di ogni leone è presente una ruota, simbolo del sole che illumina tutto l’universo, metafora della dottrina buddista che porta la luce nel mondo.

Quello poi che tra i filosofi sbaglia nel fare predizioni, non ha altra pena che il dover tacere per tutto il tempo della sua vita.
Diodoro sulla classe dei filosofi in India

 


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