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L’indice di Gini

Creato il 13 settembre 2011 da Albix

economia insideUn mio vecchio professore di  politica economica spiegava l’indice di Gini come un misuratore della  concentrazione della ricchezza nazionale.

Aggiungeva che compito dello Stato è provvedere ad una equa redistribuzione della ricchezza, anche al fine di garantire la pace sociale e la convivenza.

Premetto a scanso di equivoci che io non credo più alle illusioni e agli inganni protocomunisti (e neanche quel mio professore era un comunista; magari sarà stato un keynesiano, non so;).

Però sono fermamente convinto che se i ricchi non danno di loro spontanea volontà( ad es. pagando le imposte e facendo beneficenza) allora lo stato deve intervenire seriamente a riequilibrare la distribuzione della ricchezza nazionale.

Sono per il riconoscimento della intraprendenza, delle capacità imprenditoriale e dell’impegno lavorativo; e di converso son contrario ad ogni tipo di livellamento reddituale (abbiamo ben visto come deprima l’economia e gli animi, il credo comunista e le applicazioni dell’ideologia del socialismo); ma ritengo intollerabile che il 20% della popolazione mondiale possieda l’80% della ricchezza globale.

So benissimo di essere un sognatore ma insisto nel credere che le ricchezze della Terra siano di tutti  i suoi abitanti e che sia un grave crimine escludere dal benessere miliardi di persone.

Ci sarà pure una terza via tra il capitalismo evasore, sfruttatore ed egoistico ed il comunismo becero e depressivo?

Io penso che questa terza via l’abbiano tracciata Leone XIII e Giovanni Paolo II con la Dottrina sociale cattolica.

Ma naturalmente tutte le idee e i contributi sono utili, purché tengano conto dei bisogni di tutti.


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