“” [...] Sul crinale che consente di escludere scelte mutilanti, alcune si muovono con istinto sicuro, altre meno e si capisce perchè: scarseggiano le figure, le parole, le idee per significare con la necessaria fedeltà quello che le donne vivono, fanno, cercano, che certe volte altro non è che afferrare il bandolo del proprio desiderio nella matassa della propria esistenza, senza perdersi nell’insicurezza o nell’imitazione, e poi farne un sapere e un agire per sè e per gli altri. Spesso manca anche la percezione di quello che sta accadendo alle altre; una crede di essere sola e per non esserlo di autorappresenta secondo luoghi comuni e desideri confezionati, cioè da meno di quella che lei è.
Il femminismo del nostro tempo nasce in risposta a questa solitudine e a quella mancanza di parole. Il resto (dititti, uguaglianza, rivendicazioni…) è eredità ottocentesca. Il femminismo non ha obiettivi né contenuti che non siano quelli presenti nell’esperienza e nei desideri delle donne, che esso fa uscire dall’invisibilità e dal silenzio. Il suo compito finisce lì [...] “” (un frammento da Non è da tutti – L’indicibile fortuna di nascere donna. di Luisa Muraro, Carocci ed. 2011)
Parliamone…
p.s. La scorsa settimana, presso il Circolo Placanica di Catanzaro, ho visto La politica del desiderio, presentato da Franca Fortunato.Mi è piaciuto molto. Sentire la voce, ma soprattutto vedere lo sguardo di L.Muraro, credo mi abbia aiutata a leggere con una particolare predisposizione di spirito il suo ultimo libro. [Ho avvertito l'assenza, nel filmato, di collettiva_femminista Sassari , tanto.]