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L’infinita serie televisiva di Montecitorio

Creato il 01 settembre 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

Appena tornato da Parigi, ci prendiamo un bel caffè con Leonardo che per spiegare ai suoi colleghi stranieri com’è la situazione politica in Italia ha tirato in ballo le trame delle soap-opera. Un po’ fa ridere, un poco no.

di Leonardo Lucarno

Verso la fine di questa estate, quando tutto sembrerebbe forse rincominciare, se qualcuno mi chiedesse cosa mi porto dietro dopo questi mesi, sarei contento di dargli una risposta.

Certo, il mio è stato un punto di vista particolarmente privilegiato. Il punto di vista di chi si trova per cinque settimane, con la scusa e l’opportunità di imparare la lingua d’oltralpe, a seguire un corso di francese a Parigi. Un’occasione unica per provare ad ampliare i propri confini dell’immaginario anche grazie a chi si è trovato a condividere con me parte di questo periodo. Incontri che difficilmente si concretizzano senza decidere di partire.

Ecco allora la sorpresa iniziale nello scoprire che Marve, la propria vicina di banco, un mese prima di partire partecipava, insieme ad altre migliaia di persone, alle manifestazioni in piazza Taksim ad Istanbul mentre Luisa, proprio qualche giorno prima si trovava a Rio con i suoi compagni di università per cercare di capire da quale parte indirizzare il proprio futuro.

 

L’infinita serie televisiva di Montecitorio

“Enrico Letta che se gli tocchi lo zio si incazza” dalla pagina ‘Enrico Letta che fa cose’

Il punto di vista è privilegiato perché permette di fare un passo indietro dalla quotidianità avendo la possibilità di riflettere su cosa ci si è lasciati alle spalle. Quando durante queste settimane mi hanno chiesto ” e da voi com’è la situazione politica??” … ” eheh adesso Berlusconi andrà in galera”, devo ammettere che le mie risposte sono state evasive.  ”Sapete la situazione in Italia e molto più complessa che negli altri Paesi”.  Con la parola complessità pensavo di risolvere la situazione e di passare alla domanda successiva. Ma in fondo cosa vuol dire complessità? Forse non è complessa la situazione brasiliana con un paese che si ritrova spezzato dalle contraddizioni e inizia a scendere in piazza dopo l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico?  Forse non è complessa la rivoluzionaria Francia dove alla proposta di legge di Hollande per il “Mariage pour tous” un milione di cittadini scende nelle strade invadendo Place de la Concorde? Insomma serve qualcos’altro.

Ecco allora che alla ennesima insistente domanda da parte della mia amica Sòlene, per provare ad andare oltre a questa benedetta complessità e a causa delle mie ancora scarse capacità linguistiche, provo a paragonare il nostro sistema politico ad una grande soap opera.

Sembra una stronzata ma forse no. Anzi mi verrebbe da dire che funziona.

La storia la conosciamo bene. Da 20 anni un grande imprenditore impera e manovra nelle stanze del potere mentre dall’altra parte un gruppo di “avversari ” cerca in tutti i modi di contrastare questo potere con la forza di girotondi, manifesti, appelli, intrighi e scilipoti.

Ogni giorno una novità, ogni giorno un nuovo personaggio entra in scena scoprendosi amico di quelli che sembrano i suoi nemici e nemico di quelli che all’apparenza sono i suoi amici.

Ci sono anche i 101 traditori, quelli del “che fai? mi cacci?”, i mitici abitanti di Ceppaloni, i comici genovesi in pensione arrabbiati con tutto e tutti e adesso anche la successione dinastica.

A Natale poi, come tradizione, ecco arrivare candide immagini con tutti sotto l’albero ad aprire i regali. (Qualcuno la chiamerebbe pacificazione e lo share aumenta vertiginosamente)

Insomma, quello che si dice un copione avvincente. Di per sè tutto questo però non basta ancora per la nostra soap opera. Manca un elemento fondamentale: il pubblico.

Un pubblico che per almeno venti, trenta minuti al giorno rimane incollato davanti alla televisione per seguire gli ultimi aggiornamenti e impazza per seguire il tweet con cui il segretario di tale partito indica la tale linea da seguire per i successivi cinque minuti.

“Cara allora oggi poi chi hanno eletto presidente della Repubblica? No ma dai veramente?! Non ci credo, eppure ieri mi avevano assicurato che non sarebbe potuto accadere… Incredibile! solo da noi possono succedere queste cose. E dimmi ancora, domani l’Imu la tolgono, la abbassano, la aumentano o la accoppiano alle targhe alterne? ”

L’avevo detto che il copione è proprio avvincente. In tutto ciò proliferano naturalmente gli approfondimenti, i sondaggi, ore e ore di trasmissioni per svelare l’ultimo retroscena dal Palazzo. Pensiamo alle facce dei giornalisti che verso le tre di notte, sfiniti, alla ventesima ora di diretta consecutiva, cercano di analizzare il contesto, le possibili alternative e i risvolti per il futuro.

Ecco allora cosa mi porto dietro quando ormai l’estate volge al termine. L’auspicio che alla prossima domanda su come sia la situazione politica italiana (spesso accompagnata da un poco gradevole sorriso di benevola comprensione) possa rispondere che la grande soap opera è finalmente finita e stiamo iniziando a scrivere il nuovo copione, senza subirlo.

D’altronde si dice che oltre ad un popolo di marinai siamo dei discreti poeti. Secondo me ce la possiamo fare, anche in endecasillabi. Basta alzarsi per prendere il telecomando.

La famiglia di Mentana (Enrico) ce ne sarà grata.

 


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