Certamente in democrazia, perché in Italia, nonostante tutto, ancora esiste la democrazia a dispetto del pensiero di alcuni, ognuno è libero di manifestare le proprie idee come meglio crede, almeno finché queste non risultino offensive nei confronti degli altri. La linea di confine tra l'offensività e la non offensività a volte risulta sottile, tanto che io stesso, reputando certe idee e le relative loro manifestazioni offensive ho, in alcuni casi, preferito chiudere ogni rapporto e confronto con coloro che queste idee manifestavano pur reputando sacro il loro diritto di avere delle idee.
In questo Facebook è uno strumento formidabile: ognuno può liberamente esprimere le proprie idee e condividerle con gli altri anche innescando vivaci dibattiti. Aderire ad un gruppo di Facebook equivale ad esprimere il proprio pensiero. Quando però ad iscriversi ad un gruppo non è un singolo individuo ma un organismo astratto sorgono delle perplessità: chi è che sta esprimendo l'idea o, meglio, di chi è il pensiero che si sta esprimendo? In particolar modo quando l'organismo che possiede un profilo Facebook è un ente istituzionale è legittimo domandarsi anche se abbia o meno il diritto di esprimere un'opinione. Infatti nello specifico non si tratta del pensiero di un individuo ma di un qualcosa che rappresenta un insieme di individui e, in qualche modo, la comunità tutta che è composta di individui ognuno dei quali avente la propria idea che può essere diversa da quella degli altri.
Chi da, quindi, il diritto a colui che in quel momento usa il nome dell'organismo istituzionale di manifestare un pensiero che non sia e non potrebbe essere rappresentativo del pensiero di tutti? Chi gli dà il diritto di schierare un ente che, in quanto tale, non è e non può essere schierato? Credo che il caso che ho fin qui prospettato sia di estrema gravità perché qualcuno in tal modo si arroga il diritto senza averlo di rappresentare il pensiero altrui. Inoltre, muovendosi come istituzione, si pone in rappresentanza di una parte della comunità e non della sua interezza come, invece, una istituzione dovrebbe essere.
E' per questo che reputo l'iscrizione del profilo Facebook denominato Informagiovani al gruppo Facebook di natura politica Ritorno alle tradizioni Montegranaro di estrema gravità e degno di approfondimento. Lo sportello Informagiovani è un bene delle comunità montegranarese e deve essere rappresentativo di tutti i montegranaresi qualunque sia il loro pensiero politico. Chiunque abbia operato in questo modo impegnando il nome dell'Informagiovani ha commesso una gravissima scorrettezza.
Luca Craia